Si è svolto oggi a Galzignano Terme (Padova) il 12esimo Congresso di Legacoop Veneto che ha visto l’elezione del nuovo presidente. Alla guida dell’associazione per i prossimi quattro anni sarà Devis Rizzo. Classe 1974, originario di Este (Padova), Rizzo ha alle spalle un lungo percorso nel sistema cooperativo italiano e nello specifico in Legacoop Veneto; dal 2014 è presidente di Kostruttiva, consorzio di cooperative della filiera edilizia e costruzioni.
Nel corso dell’Assemblea, oltre a sottolineare la continuità di mandato, Rizzo ha condiviso le nuove traiettorie per Legacoop Veneto e per le sue coop. Perché se i numeri, superiori alla media nazionale delle associate all’organizzazione, certo confortano, non bastano a tranquillizzare in quest’epoca dominata dall’incertezza. E le sfide ancora sono tante e restano importanti in questa ulteriore fase congiunturale – si è detto a più voci al Congresso –, nonostante gli evidenti segnali di tenuta. Tra tutte vi è la necessità di processi strutturati di managerializzazione delle imprese, per renderle più attrezzate nell’incertezza imperante e in particolare per favorire l’innovazione (sostenibile e digitale) e l’ingresso in nuovi mercati: aiutare le cooperative a coglierle significa anche continuare a compiere al meglio la propria funzione come organizzazione”.
“Sono stati anni tremendi e complicati da gestire”, ha ricordato Adriano Rizzi nel suo intervento di fine mandato come presidente uscente di Legacoop Veneto, in carica dal 2013. “Anni che ci hanno chiesto di mettere in stand by il nostro ambizioso piano di sviluppo lanciato nello scorso congresso del 2019, come organizzazione e come sistema di imprese. Diverse sono diventate, all’improvviso, le priorità e spesso si è trattato di emergenze a cui far fronte in tempi stretti e per le quali immaginare soluzioni nuove, per noi come per le cooperative. In tante si sono caricate sulle spalle il peso e la responsabilità di continuare e gestire servizi essenziali, come il settore sociale: un pezzo di welfare imprescindibile per le persone e le famiglie”, ha continuato. “Altre, come quelle del turismo e della cultura, hanno pagato il più duro prezzo della pandemia. E poi più recentemente è arrivata la guerra, e ancora i rincari energetici che hanno colpito tutte, indistintamente, ma in primis le coop industriali. Criticità inattese e mai conosciute prima, verso le quali ci siamo tutti ritrovati con le armi spuntate. Eppure il mondo coop associato a Legacoop ha saputo comunque tenere, pur con la disomogeneità nota tra settori che ha riguardato anche le altre imprese. Tenuta nel fatturato complessivo, nell’occupazione, come nel numero di soci e di coop aderenti”.
“Crediamo che una promessa su tutte sia stata mantenuta”, ha aggiunto ancora Rizzi: “Quella di aver svolto il nostro ruolo per il territorio, contribuendo a fare buona impresa e a generare economia e lavoro, avviando anche esperienze virtuose e innovative, e al contempo promuovendo un modello di economia e di sviluppo sostenibili e inclusivi”.
“Dopo la fase in cui molte energie dell’organizzazione sono state concentrate a potenziare il sistema di servizi da offrire alle imprese, oggi serve tornare a rafforzare la “rappresentanza”, ha annunciato in particolare il neoeletto Devis Rizzo. “Perché per le cooperative è necessario il nostro ruolo di intermediazione con i diversi stakeholder, istituzionali, economici, sociali, tanto più nel processo impetuoso di disintermediazione politica e sociale a cui assistiamo. E per far ciò dobbiamo continuare ad essere soggetto che sta dentro alle dinamiche e alle politiche del territorio. Ancor più dopo un periodo in cui le diverse crisi ci hanno costretto, pancia a terra, a lavorare sul fronte della difesa. Ora è tempo anche di rilanciare il nostro pezzo di imprenditorialità, fedeli alla nostra visione cooperativistica. Dunque “crescita” è la seconda parola chiave di questo nuovo mandato – ha proseguito –: crescita nel numero di coop associate come nel volume di affari. Serve per questo, come organizzazione e come imprese, essere più consapevoli dell’epoca che stiamo vivendo e del preciso modello di impresa che rappresentiamo: non siamo una riserva indiana, siamo semplicemente differenti. Siamo economia e lavoro, e dobbiamo sempre più misurarci col mondo esterno, essere aperti e lasciarci contaminare”.
Intervenuto al Congresso anche Mauro Lusetti, presidente uscente di Legacoop nazionale, che celebrerà il suo 41° congresso a Roma il prossimo 3 e 4 marzo. “L’epoca che stiamo vivendo”, ha sottolineato, “è dominata dall’incertezza, e questo induce un numero crescente di persone a riscoprire il valore dello stare insieme, dell’impegno condiviso. La sfida, per noi, è quella di trasformare la spinta al protagonismo sociale a cui assistiamo in opportunità di nuova cooperazione in grado di offrire risposte efficaci ai bisogni, di affermare il ruolo essenziale che le cooperative possono svolgere per la costruzione di un nuovo modello di sviluppo, inclusivo e sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale”.
A chiudere i lavori dell’assemblea è stato Simone Gamberini, candidato presidente nazionale di Legacoop che ha detto: “Siamo certi che l’impresa del futuro è la cooperativa. I nostri valori, l’esperienza delle nostre cooperative nel praticarli, sono ciò di cui abbiamo bisogno per ripartire tutti insieme verso un’economia più inclusiva e sostenibile. Come cooperatori abbiamo l’obiettivo di ricostruire e rigenerare i territori, di creare nuove imprese e nuovo lavoro, dando dignità alle persone e ai loro bisogni. La cooperazione deve essere riconosciuta come un’organizzazione d’impresa che meglio di altre riesce a garantire la coesione sociale, il rispetto delle persone e mettere al centro le comunità. Queste sono le sfide che lanciamo al congresso e al Paese”.