Quello che si terrà a Bologna, a Fico dalle 9.30 del 16 febbraio, sarà l’ultimo congresso dell’Emilia-Romagna al quale parteciperà come presidente e non nasconde l’emozione: “Sono stati nove anni molto intensi – ricorda Giovanni Monti, affiancato in conferenza stampa dalla direttrice Barbara Lepri e dal candidato alla presidenza Daniele Montroni –: prima la crisi finanziaria e il crollo dell’edilizia, comprese alcune storiche cooperative, anche dell’indotto. Poi la pandemia nel quale il ruolo della cooperazione sociale, della logistica, della grande distribuzione di Coop e Conad è stato fondamentale per mantenere la coesione sociale. Infine la guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina che, oltre al deprecabile e drammatico costo in vite umane, ha aggravato la carenza di materie prime e, con l’innalzamento dei costi dell’energia, ha scatenato una forte ondata inflazionistica. Eppure, edilizia a parte, la cooperazione non solo ha tenuto, ma è cresciuta, si è consolidata, ha saputo innovarsi”.
Le cooperative aderenti a Legacoop in Emilia-Romagna sono 1.121, lo 0.3% di tutte le imprese della regione. Nel 2022 hanno fatturato quasi 32 miliardi di euro, in crescita del 6% sul 2017, il 9,76% di quello prodotto totale delle imprese emiliano-romagnole. Diventano 56,6 miliardi di euro se si considerano anche le performance delle controllate e partecipate dalle cooperative, coprendo così una quota del 17,6% del totale del fatturato dell’Emilia-Romagna.
“In altri termini – prosegue Monti – le aderenti a Legacoop non sono tante rispetto alle altre imprese, ma sviluppano quasi un quinto del fatturato complessivo della regione, garantiscono lavoro all’8,7% delle addette e degli addetti, l’11% considerando controllate e partecipate. Questo è anche il frutto di una forte spinta all’aggregazione che ha consentito di fare massa per investire in ricerca e sviluppo, innovare prodotti e modalità di produzione. Insomma, siamo sì preoccupati per il rallentamento dell’economia previsto per il 2023, ma fiduciosi di potercela fare anche grazie a quel capitale umano che è dato dalla partecipazione di socie e soci”.
Anche l’organizzazione di Legacoop è cambiata nel corso dei nove anni:gli undici territori si sono aggregati e ora sono cinque: Legacoop Romagna, Imola, Bologna, Estense e Emilia Ovest, più efficienti e meno costosi. E delle undici associazioni di settore ben dieci hanno integrato la loro struttura in quella del regionale, mentre con una, l’agroalimentare, è ancora aperto il confronto. Anche questo sta producendo risparmi e lo sviluppo di nuovi progetti strategici, come quelli legati alla rigenerazione urbana, alla logistica e altri.
Un ruolo importante è dato anche dai Consorzi che raccolgono soprattutto artigiani, pescatori, dettaglianti, agricoltori. “In tutto 57.000 posizioni associative – ricorda la direttrice Barbara Lepri –, 47.000 delle quali occupate dalle imprese agricole che, attraverso cooperative e consorzi, hanno raggiunto risultati qualitativi e quantitativi da leader nazionali e internazionali del settore garantendo reddito e benessere a chi, non più di settant’anni fa, ancora svolgeva mansioni da bracciante sempre a rischio di impoverimento”.
“Oggi – sottolinea Monti – ragioniamo sulle competenze e sulle conoscenze necessarie per affrontare le sfide delle grandi transizioni: demografica, ambientale, tecnologica e digitale, della produzione energetica e quella del cibo, dell’alimentazione per grandi aree del pianeta, quella della parità tra donna e uomo. Per questo mettiamo in campo strumenti di orientamento, anche grazie a partner come Prometeia e Nomisma, alle Università, che aiutino tutte le cooperative, piccole e grandi, a cimentarsi nei nuovi mercati. E spingiamo molto sulla formazione di ogni socio e di ogni socia perché nessuno resti indietro nelle evoluzioni del mercato del lavoro”.
“Grandi sfide, alle quali non ci si può sottrarre – rimarca Daniele Montroni– alle quali, grazie al lavoro fatto da Monti e dall’insieme del gruppo dirigente, dallo staff, dalle singole cooperative, dalle importanti collaborazioni messe in campo, arriviamo ben attrezzati. Con progetti già molto evoluti, da quello che riguarda la logistica alla rigenerazione urbana e dell’ambiente, dalle cooperative di comunità a quelle energetiche al nuovo welfare, al rapporto tra produttori, Gdo e consumatori, all’economia blu, quella delle acque. Restando ben radicati ai nostri valori e innovandoli: equità, solidarietà, mutualismo, partecipazione, accoglienza, cooperando tra cooperative per dare risposte ai bisogni individuali e a quelli delle comunità”.
“Sono cooperatore da quando ero giovanissimo – conclude Monti – ho iniziato a Ravenna nell’agroalimentare, mi sono occupato di servizi, abitanti, delle cooperative culturali e teatrali, cooperative di bagnini, industriali, cooperative sociali, passando dalla vice presidenza di Coop Adriatica fino alla presidenza di Legacoop Emilia-Romagna e alla vice presidenza nazionale. La cooperazione è un ambiente di straordinaria umanità nel quale si incontra davvero l’insieme della società, che stimola a crescere e a imparare cose sempre nuove. Lascio questo ruolo con b verso tutte e tutti coloro che hanno fatto grande la cooperazione e verso la Regione Emilia-Romagna che è ed è sempre stata vicina e attenta ai nostri bisogni così come a quelli delle persone e delle altre imprese. Ma non è ancora venuto il momento di andare in pensione: resto a disposizione di Legacoop per altre responsabilità nelle quali possa essere utile per la crescita del nostro movimento”.
Al Congresso porteranno il loro saluto, tra gli altri, il cardinale di Bologna e presidente della CEI Matteo Zuppi con un messaggio videoregistrato, il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy Massimo Bitonci, Simel Esim, che guida il dipartimento cooperazione dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l’assessore regionale Vincenzo Colla, il presidente dell’ANCI Emilia-Romagna Luca Vecchi, il sindaco di Bologna Matteo Lepore.