Legacoop-Ipsos: per quasi metà degli italiani il livello di parità di genere è insufficiente.
Pur con qualche timido segnale di miglioramento rispetto all’anno scorso, l’Italia appare ancora lontana dal raggiungimento delle pari opportunità. Quasi 5 italiani su 10 (il 46%, in calo di 3 punti sul 2024) ritengono che l’attuale livello di pari opportunità sia insufficiente, mentre per il 27% è sufficiente (1 punto in meno) e, per il restante 27% (4 punti in più), è buono. Se si fa riferimento alla sola componente femminile della popolazione, l’attuale livello di pari opportunità è ritenuto insufficiente da 6 donne su 10 (il 59%, in calo di 3 punti), mentre per il 24% è sufficiente e solo per il 17% (+ 4 punti) buono.
È quanto emerge dal report FragilItalia “Osservatorio sulle pari opportunità”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione e pubblicato in occasione della giornata internazionale della donna, che ricorre domani, 8 marzo.
“Legacoop”, sottolinea Annalisa Casino, presidente della Commissione Pari Opportunità dell’associazione, “ha scelto di impegnarsi nella promozione di un cambio culturale che porti a colmare il gender gap attraverso la formazione della classe dirigente cooperativa, soprattutto dei dirigenti uomini. Noi donne siamo consapevoli e viviamo ogni giorno gli svantaggi del divario di genere, ma gli uomini – che in maggioranza detengono posizioni di potere e di prestigio – hanno bisogno di conoscere e fare pratica del fenomeno, di mettersi nei nostri panni e impegnarsi per un cambio di paradigma”.
“L’8 marzo è una giornata di partecipazione democratica ed egualitaria, di promozione e tutela dei diritti delle donne”, ricorda Annalisa Casino. “Una giornata importante dunque, a presidio di un impegno comune che deve rinnovarsi ogni giorno e che si sposa perfettamente con i valori e i principi cooperativi”.
“È stato recentemente presentato il Rendiconto di genere 2024 del Consiglio di indirizzo e vigilanza (CIV) dell’Inps”, prosegue Casino, “secondo il quale l’occupazione femminile in Italia si attesta al 52,8%. La cooperazione continua ad avere dati molto positivi, migliori rispetto alla media nazionale, siamo infatti al 60% per quanto riguarda l’intero movimento e in alcuni settori raggiungiamo anche il 70%”. A livello nazionale, il riconoscimento delle donne da parte delle imprese è giudicato insufficiente dal 57% della popolazione femminile, sottolinea infine la presidente della Commissione Pari Opportunità: è migliore il dato relativo alle imprese cooperative, dove la valutazione di insufficienza delle donne cala di 7 punti, attestandosi al 54% (contro il 26% degli uomini).
“La Giornata internazionale della donna per noi è un giorno importante, di impegno comune”, dichiara il presidente dell’associazione Simone Gamberini, “che si rinnova ogni giorno attraverso i principi e i valori della cooperazione. Ogni anno, in occasione dell’8 marzo, come Legacoop scegliamo di sostenere un’organizzazione impegnata nella promozione della parità di genere. Quest’anno”, fa sapere Gamberini, “abbiamo deciso di sostenere la Casa Internazionale delle Donne di Roma, perché in un momento storico-politico come quello che stiamo vivendo, riteniamo importante essere a supporto dei luoghi storici di incontro, confronto, co-progettualità al femminile, presidi di una cultura della parità di cui tutti abbiamo bisogno”.
Quanto ai dati contenuti nel report, le informazioni più significative riguardano la parità nella concretezza della vita quotidiana, nelle relazioni, nel campo dell’istruzione e del lavoro, nella conciliazione vita-lavoro, nella vita pubblica e istituzionale.
Ad esempio, il livello di sicurezza nella vita quotidiana è giudicato inadeguato dal 63% delle donne (rispetto al 42% degli uomini), il diritto di sentirsi libere di esprimere se stesse è considerato non garantito dal 51% delle donne (rispetto al 25% degli uomini), la qualità della vita non è sufficiente per il 47% della popolazione femminile (contro il 23% di quella maschile).
Per quanto riguarda il livello di pari opportunità nell’ambito delle relazioni, il 66% delle donne (+2 punti percentuali) giudica insufficiente il diritto di sentirsi libere di porre fine a una relazione senza temere conseguenze (contro il 36% degli uomini), il 65% ritiene che non ci sia equilibrio di ruoli e mansioni tra uomo e donna nella vita domestica (rispetto al 38% degli uomini) e il 62% esprime insoddisfazione rispetto al diritto a vedere rispettato il rifiuto di una proposta di relazione (36% per gli uomini).
Leggermente migliore la situazione nel campo dell’istruzione, dove il 50% delle donne giudica buono il livello di parità nell’accesso a quella universitaria (ma con un divario di 14 punti percentuali rispetto alla valutazione maschile, il 64%). Non è lo stesso per il lavoro, settore in cui i giudizi più negativi riguardano la parità di retribuzione rispetto agli uomini, ritenuta insufficiente dal 65% delle donne, rispetto al 35% degli uomini, e la stabilità lavorativa (59% di giudizi negativi per le donne, 31% per gli uomini). Segue la sicurezza lavorativa (per il 57% delle donne non è adeguata), la possibilità di fare impresa (valutazione negativa del 53% donne) e la possibilità di fare carriera: il 52% delle donne la ritiene un obiettivo difficile da raggiungere, contro il 27% degli uomini.
Relativamente alla conciliazione vita-lavoro, i giudizi negativi espressi dalle donne, pur restando ampiamente prevalenti e confermando un elevato divario con la percezione maschile, registrano segnali di miglioramento. In particolare, cala di 7 punti, collocandosi al 62%, la quota di donne che lamenta l’insufficienza dei servizi pubblici per il supporto alla conciliazione (rispetto al 38% degli uomini); di 6 punti, sempre al 62%, la quota delle donne che giudica insufficiente la possibilità di conciliare la vita privata con quella lavorativa (rispetto al 38% degli uomini). Calo simile dei giudizi insufficienti sulle forme di tutela economica e legale per la maternità, che si attestano al 56% (contro il 32% degli uomini).
La stessa dinamica si riscontra sul piano dei giudizi relativi alle pari opportunità nella vita pubblica e istituzionale. Relativamente alla partecipazione alla vita politica e di partito, cala di 6 punti la percentuale di donne che la reputa insufficiente (al 45%, contro il 22% degli uomini) e di 7 punti quella delle donne che giudicano insufficiente il livello di partecipazione alle istituzioni pubbliche, attestandosi al 43% (contro il 20% degli uomini).