Nuovi finanziamenti dall’UE: 1.7 miliardi per l’Italia da investire in sanità e ripresa economica

La pandemia da Covid-19 rappresenta una delle più grandi sfide dell’intera Unione europea (UE). Le comunità nazionali, regionali e locali sono in prima linea per contrastare e contenere la diffusione del virus, in attesa dell’arrivo del vaccino. La solidarietà e la responsabilità non solo delle società ma anche degli Stati membri sono i punti chiave per superare questo periodo di recessione quanto prima.

 

A seguito del perdurare di questa crisi, le economie europee sono state fortemente penalizzate. A tal proposito, ad aprile dell’anno in corso, la Commissione europea ha avviato un pacchetto di misure eccezionali volte a contrastare la stagnazione economica dei Paesi membri: l’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus, the Coronavirus Response Investment Initiative(CRII), e l’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus, the Coronavirus Response Investment Initiative Plus(CRII+). Entrambe le misure sono state rapidamente approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio, con il fine ultimo di utilizzare gli strumenti della politica di coesione per tutti i settori maggiormente colpiti dalla pandemia.

In tale circostanza, è notizia recente dell’Esecutivo comunitario, risalente al 7 ottobre, l’approvazione di modifica, da parte della Commissione, di tre programmi operativi della politica di coesione dell’UE, che comporta un nuovo investimento per l’Italia di circa 1.7 miliardi di euro all’interno del Fondo europeo di sviluppo regionale(FESR). La modifica dei programmi, già precedentemente approvati, non è scontata. In tale occasione è stata resa possibile grazie all’estrema flessibilità dei programmi in cui ci si trova ad operare, vale a dire quelli sopra descritti, il CRII e il CRII+.

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FONTE: pubblicato su https://www.europeanaffairs.it/  l’11 ottobre 2020 a cura di Domitilla Palumbo

 

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