- La frenata dell’economia coinvolge anche la Romagna, che in più deve fare i conti con la lenta ripresa delle attività dopo l’alluvione e il mancato supporto del Governo.
- Turismo e agricoltura sono i settori più in sofferenza e nei quali le ripercussioni potrebbero diventare drammatiche per imprese e famiglie nei prossimi mesi.
- L’occupazione diminuisce per la prima volta da molto tempo, dopo una lunga fase di crescita, anche se rimane il problema di reperire figure specializzate in molti comparti.
Una indagine di “Ref Ricerche”, pubblicata qualche giorno fa, conferma nuovamente la frenata dell’economia italiana e il sempre più difficile raggiungimento degli obiettivi sul Pil (+1%) che il governo aveva ipotizzato a inizio anno, per il 2023. Una conferma che segue di poche settimane i dati Istat sull’andamento del secondo trimestre, che evidenziano una diminuzione del Pil sul primo trimestre dello 0,3% e una crescita tendenziale ferma allo 0,6%: dati inferiori alle stime previste e, soprattutto, in controtendenza rispetto all’andamento dell’euro-Pil, pari, nello stesso periodo, a un +0,3%.
In discesa in Italia sono industria, settore primario e, per la prima volta dopo nove trimestri consecutivi di crescita, i servizi.
Fra le cause – è noto – vanno annoverati la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie (sul carrello della spesa l’inflazione non dà tregua) e il rialzo dei tassi di interesse: due condizioni negative che, evidentemente, l’Italia sta soffrendo più dei partner europei. Non è certamente esclusa da queste valutazioni la Romagna, il cui andamento economico, da maggio ad oggi, è stato ulteriormente messo sotto pressione dagli effetti dell’alluvione e da una ripartenza lenta delle attività produttive, non ancora supportata adeguatamente dalle Istituzioni. Un dato confermato dal sistema informativo Excelsior Unioncamere, che a settembre 2023 rispetto a un anno fa prevede una variazione negativa nel numero di assunzioni a livello regionale. Lo stiamo vedendo, in particolare, per quanto riguarda turismo ed agricoltura, due settori a forte incidenza stagionale, che rappresentano l’ossatura dell’economia romagnola e che vivono una situazione di incertezza evidente, con ripercussioni che nei prossimi mesi potrebbero diventare drammatiche per le imprese e per tante famiglie.
Tornando all’indagine di “Ref Ricerche”, merita sicuramente attenzione uno dei dati conseguenti alla contrazione della crescita, che riguarda il mercato del lavoro: dopo sette mesi di crescita progressiva, nel corso dello scorso luglio è tornata a diminuire l’occupazione.
Una diminuzione di oltre settantamila lavoratori, non solo a tempo determinato, ma anche stabili e autonomi. Una nuova dimostrazione di come economia e mercato del lavoro si muovano ormai con una velocità che supera spesso anche le previsioni degli analisti più capaci, con ripercussioni che non sono semplici da gestire per le imprese sul piano organizzativo e gestionale.
Ricordiamo perfettamente, infatti, come neanche un anno fa il mercato del lavoro fosse alle prese con un aumento continuo della domanda a cui faceva da contraltare una stagnazione dell’offerta, che sembrava irrimediabile ed epocale.
Certo, resta sicuramente, anche in Romagna, un problema significativo legato al reperimento di diverse figure professionali specializzate, sia nell’industria che nei servizi. Eppure, una diminuzione del numero degli occupati a inizio anno, non era nei conti. Una fase, dunque, complicata e per certi aspetti inaspettata.
Anche le cooperative associate a Legacoop Romagna avevano registrato un aumento netto dell’occupazione nel 2021 rispetto all’anno precedente: un +6,8% che corrispondeva ad oltre 1.500 lavoratori. Un risultato molto significativo.
I dati del 2022 sono in fase di completamento: se la situazione sia cambiata anche fra le cooperative, lo capiremo meglio nelle prossime settimane, mettendo insieme, oltre all’impatto della contrazione della crescita economica nel Paese, gli effetti dell’alluvione dello scorso maggio che sono, come detto, un fenomeno negativo tutto romagnolo.
Una analisi da cui, comunque, non possiamo sfuggire, che è strategica al dialogo istituzionale, alla programmazione condivisa ed al confronto con tutte le parti sociali, soprattutto in vista di una Legge di bilancio 2024 ormai in dirittura d’arrivo e che lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, continua a definire ”complicata” e che, proprio per questo, imporrà scelte chiare e precise, in grado di ridare certezze a famiglie e imprese.