Contratti pubblici, evento a Bari con la cooperativa tra avvocati Nexima

Uno strumento che vive di luce propria, auto-esecutivo che al suo interno ha le regole di esecuzione. Un meccanismo perfetto e autonomo. Così è stato definito il nuovo codice dei contratti pubblici alla giornata di confronto, il 22 settembre a Bari, sul testo promossa da Nexima – Società tra avvocati e Dike Giuridica Editrice in collaborazione con Acquedotto Pugliese, Aeroporti di Puglia, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Anci e con il sostegno di Legacoop Produzione e Servizi, Coopfond e Legacoop Puglia. 

Una partita che solo per la Puglia ha rappresentato una spesa complessiva nel 2022 per forniture, servizi e opere di 14miliardi 816 milioni pari al 5% della spesa complessiva nazionale che si attesta sui 289miliardi 883 milioni (fonte relazione Anac 2023). 

“Un cambio di paradigma normativo che è anche politico, nel senso che in esso sono sottesi indirizzi e traguardi da perseguire e raggiungere”. Così lo ha definito Francesco Caringella, presidente di Sezione del Consiglio di Stato nel suo intervento.

L’obiettivo, quindi, non è la gara, ma la stipulazione di un negozio che assicuri prestazioni utili con il miglior rapporto qualità-prezzo-tempo. L’obiettivo del benessere sociale del nuovo codice è stato ricordato anche da Luca Clarizio di Nexima Avvocati che ha posto l’accento su una importante novità. “La nuova disciplina – ha sottolineato – riconosce e attribuisce ampio margine discrezionale alle stazioni appaltanti e allo stesso tempo intende evitare che le procedure di affidamento diventino gare a ostacoli finalizzate a ridurre il numero dei concorrenti. Non di meno, a questi ultimi è richiesto di elevare il proprio standing professionale. L’obiettivo comune è realizzare opere e acquisire servizi e forniture per la pubblica amministrazione che siano di qualità, celermente e a prezzi convenienti per tutti gli operatori. Così perseguendo e garantendo l’interesse pubblico”. 

Per il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo, proprio alla luce dell’idea di fondo che sostiene il Codice degli appalti, per noi è necessaria una rivisitazione delle relazioni tra la PA e le imprese, in particolare quelle cooperative che rappresentiamo, anche tenendo conto delle competenze e delle qualifiche che le stesse, tramite l’aggregazione consortile, sono in grado di esprimere e che sicuramente richiamano alla valorizzazione della qualità dell’intervento, piuttosto che alla sua mera realizzazione, soprattutto laddove la spesa pubblica in molti casi deve rappresentare un investimento, in termini materiali ed immateriali. Quanto poi al rapporto fiduciario tra le parti – ha proseguito Rollo – va evidenziato come il movimento cooperativo, il suo sistema consortile, da tempo si sia dotato di un’autodisciplina che impone alle cooperative aderenti l’adozione di modelli organizzativi di gestione ai sensi del D.Lgs 231/01. Su questo versante Legacoop Puglia da tempo sta suggerendo l’introduzione di strumenti agevolativi che permettano anche alle micro e piccole imprese di dotarsi di tali modelli utili a migliorare la qualità del sistema imprenditoriale, isolando coloro che vivono ai margini o addirittura fuori dal contesto della legalità”. 

Al confronto ha preso parte anche l’Anci definita dallo stesso presidente Antonio Decaro la più grande stazione appaltante del Paese. “Solo nel 2019 il 25% delle opere pubbliche del nostro Paese – ha detto Decaro – sono state appaltate aggiudicate e realizzate dagli 8000 comuni italiani. I due elementi  fondamentali del nuovo codice sono senza dubbio la messa a regime di tante semplificazioni che noi Anci avevamo già chiesto e che oggi sono diventate regole, come l’appalto integrato, alla possibilità di procedere sotto soglia con la procedura negoziata e poi il principio del risultato e la fiducia nei confronti della PA”. La sessione pomeridiana ha affrontato con Daniele Branca dell’ufficio legislativo di Legacoop Produzione e Servizi il tema del lavoro nel nuovo codice degli appalti; con Luca Clarizio e Anna del Giudice di Nexima rispettivamente le cause di esclusione dalle gare e le modifiche negoziali durante l’esecuzione del contratto di appalto. 

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