Cooperative sociali del Lazio in piazza per chiedere al Comune di Roma e alla Regione di adeguare le tariffe contrattuali

La tutela dei diritti di 100mila assistiti e delle loro famiglie a Roma e nel Lazio passa attraverso le conquiste contrattuali volute dalle cooperative sociali per i suoi 42mila lavoratori, in un rapporto fisiologico di triangolazione con la Pubblica Amministrazione che, qualora venisse meno, farebbe saltare ogni progresso. Per questo, per scongiurare ogni possibile passo indietro che costringerebbe in prospettiva le imprese a ricorrere agli accordi di gradualità per il riallineamento dei trattamenti economici in atto, AGCI Imprese Sociali Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio, Legacoopsociali Lazio e il Forum del Terzo Settore del Lazio hanno organizzato una manifestazione oggi, di fronte al Campidoglio, per chiedere che il Comune adegui le tariffe entro la scadenza dei prossimi assestamenti di bilancio. E il 15 luglio, alle 17.30, torneranno a scendere in piazza, questa volta di fronte la sede della Regione, per ribadire che il ricorso alle riserve delle cooperative per fronteggiare l’aumento dei costi e la negoziazione sui diritti dei lavoratori non è un’opzione sostenibile e grava oltre che sulle imprese anche sulla comunità. È quindi urgente adeguare le tariffe per confermare i diritti. 

Per garantire un costante miglioramento dei diritti degli operatori sociali, infatti, le principali associazioni di rappresentanza della cooperazione sociale hanno ratificato un aggiornamento del Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori che prevede un aumento mensile sul livello C1 di 120 euro, da riparametrare sugli altri livelli, e introdotto la quattordicesima al 50%, per un aumento economico complessivo pari al 12%. A febbraio le cooperative sociali hanno rispettato il loro impegno e erogato il primo aumento, auspicando di poter garantire sempre più diritti a operatori specializzati e spesso iper qualificati che lavorano in un contesto ad elevata complessità. Tuttavia, a cinque mesi dalla ratifica del CCNL, la quasi totalità degli enti committenti non ha dato ancora risposta alla ripetuta richiesta di adeguamento delle tariffe dei servizi da parte delle imprese. Rispettare il patto di sussidiarietà tra PA e cooperative, che è alla base degli equilibri che regolano i servizi pubblici, significa difendere il lavoro sociale; e con esso le famiglie, i lavoratori, le comunità e le imprese a Roma e nel Lazio. Perché dal lavoro delle cooperative sociali dipendono l’assistenza domiciliare scolastica, i centri diurni e gli asili nido, le case famiglia e i centri interculturali, ma anche i servizi socio sanitari e socio assistenziali: tutti quelli dai quali dipendono le fasce più deboli della comunità. 

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