“L’allarme lanciato dai giudici in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario sull’affievolirsi dell’impegno antimafia della società, non può essere ignorato” afferma Filippo Parrino, presidente di LegaCoop Sicilia.
L’8 gennaio 1945 la Lega Nazionale delle cooperative e Mutue Sicilia – ricorda un comunicato della stessa Legacoop Sicilia- tenne il suo congresso di Palermo, segnando la ricostituzione del movimento cooperativo dopo il Fascismo, periodo in cui le sedi erano state assaltate, incendiate, chiuse. I cooperatori parteciparono attivamente alla ricostruzione dell’Italia, prendendo parte alla Resistenza e affrontando con coraggio la dura realtà di quegli anni. In Sicilia si batterono per la conquista delle terre incolte, sfidando gabellotti e mafiosi. Hanno vinto, ma al prezzo di enormi sacrifici, lasciando sul terreno compagni, cooperatori e sindacalisti. Tra loro, Accursio Miraglia, ucciso per aver fondato una delle più importanti cooperative che ancora oggi, a Sciacca resiste, produce olio e custodisce la memoria di chi ha lottato contro la mafia. “È da questa lotta che il movimento cooperativo ha mosso i suoi passi, contribuendo con coraggio e determinazione alla costruzione di un’Italia più libera e giusta. Dopo le stragi di Falcone, Borsellino e di tanti altri servitori dello Stato, l’antimafia aveva saputo reagire con forza, ma non ha forse saputo costituire solide basi per un esercito duraturo nella lotta alla mafia. Ci sono segnali che sembrano indicare una perdita di slancio, ma non possiamo permetterci il dubbio. La lotta non è finita e non sono consentiti passi indietro” continua Parrino. È necessario creare un fronte comune, un luogo di confronto, conoscenza e impegno. LegaCoop Sicilia vuole farsi promotrice di un incontro con le altre associazioni di categoria per comprendere meglio cosa viene portato avanti e quali passi intraprendere per evitare che i timori possano trasformarsi in fatti reali.
“Quest’anno celebriamo gli 80 anni dalla nascita di LegaCoop Sicilia: un’occasione per riaffermare i principi di libertà, democrazia e lotta alla mafia. Vogliamo coinvolgere le istituzioni, avviando un confronto serio e approfondito con magistrati e rappresentanti dello Stato per affrontare l’allarme legato a chi, oggi, viene posto in libertà o semilibertà dopo anni di reclusione per crimini che non possono essere dimenticati o sottovalutati”.
La memoria storica e l’impegno devono trasformarsi in azioni concrete. Coinvolgere altre associazioni di categoria e collaborare con le istituzioni rappresenta un passo essenziale per garantire che i valori di libertà, giustizia e democrazia rimangano vivi.