Ottocentotrenta cooperative, un fatturato annuo di poco inferiore a 1,5 miliardi, circa 11.500 occupati. I numeri delle cooperative di produzione, lavoro e servizi aderenti a Legacoop nella macroarea Mezzogiorno – ovvero quella che raggruppa il Sud Italia, l’Abruzzo e le isole – raccontano una realtà resiliente e proiettata a immaginare il futuro e guardare lontano. Il piano strategico di Legacoop e la sua operatività sul territorio sono state la tematiche al centro dell’assemblea di mandato del Coordinamento Mezzogiorno di Legacoop Produzione e Servizi che si è tenuta all’hotel San Domenico di Matera nella mattinata dell’11 ottobre.
“Vogliamo giocare la partita dell’innovazione, della sostenibilità e del nuovo sviluppo da titolari e non da riserve”, ha sottolineato Loredana Durante, responsabile Coordinamento Mezzogiorno di Legacoop Produzione e Servizi, che ha coordinato l’evento. “Per farlo, è necessario un modello organizzativo rapido e dinamico che l’associazione sta configurando anche con l’aggregazione in macroaree, senza disperdere però le specificità dei singoli territori”. “Il Mezzogiorno vuole essere attivo, ottimista, partecipe, tutelando l’esistente e generando nuovo lavoro cooperativo”, ha aggiunto Durante introducendo la tavola rotonda sul tema in cui si sono confrontati Katia De Luca, coordinatrice Fondazione Pico, Barbara Moreschi, responsabile progetto Coopstartup di Coopfond, Rita Ghedini, delegata per il lavoro Legacoop e Claudio Atzori, vicepresidente nazionale Legacoop con delega al Mezzogiorno.
“Essere cooperatori significa essere visionari e, per sviluppare un immaginario e uno sguardo lungo sul futuro, occorre configurare gli scenari esistenti”, ha commentato Andrea Laguardia, direttore Legacoop Produzione e Servizi, presentando il documento di mandato che verrà discusso nel congresso nazionale che si terrà a Firenze il prossimo 8 novembre. Il documento abbraccia dunque le principali sfide che l’Europa prospetta: sostenibilità, green deal, economia sociale, parità di genere, infrastrutture, lavoro, conoscenza e formazione, intelligenza artificiale. Il valore della rete, una partnership vera tra pubblico e privato, la promozione, l’internalizzazione dei servizi, politiche fiscali per aiutare la crescita sono le azioni che l’associazione metterà in campo, anche con la spinta degli strumenti di sistema e dei consorzi a cui è stato dedicata un’apposita sezione dell’iniziativa grazie ai contributi del presidente Cns Italo Corsale, la presidente Conscoop Monica Fantini e la presidente di Integra Adriana Zagarese.
A raccontare poi la propria esperienze, tre cooperative dell’area che rappresentano punte avanzate di innovazione: Luca Mazzari, presidente della cooperativa Agrilog, nata dieci anni fa e impegnata nella logistica integrata particolarmente attenta all’equilibrio tra vita privata e lavorativa dei soci; Luigi Altilia, presidente della cooperativa One Sport, che ha appena insediato uno sportello per favorire la creazione di comunità energetiche rinnovabili; Matteo Potenzieri, presidente di Italcables, workers buyout campana che produce trefolo e filo per cemento armato precompresso ed è gestita adesso dagli ex dipendenti riunitisi in cooperativa. Hanno partecipato alla discussione, con un proprio intervento, anche il responsabile Legacoop Produzione e Servizi Puglia Pasquale Ferrante e il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Marcello Pittella.
“Quattro anni a gestire emergenze più che a disegnare futuro; adesso si apre una nuova stagione di visione e di progettualità”, ha dichiarato il presidente nazionale di Legacoop Produzione e Servizi Gianmaria Balducci. “Occorre promuovere incentivazioni coerenti con la nostra missione, durature e sostenibili nel medio-lungo periodo, senza inseguire fiammate di un momento, con uno sguardo sempre critico e propositivo su quanto disposto dall’Europa”, ha sottolineato. Per quanto riguarda la promozione, “le workers buyout restano tra le strade principali per fare nuova cooperazione”. Sul le sfide della contemporaneità, “l’intelligenza artificiale deve essere supportiva e non sostitutiva dell’uomo – ha concluso – e la cooperazione deve inseguire la traiettoria della sostenibilità, anche perché essere sostenibili aiuta a essere ‘più bancabili’, favorisce il credito”.