Agenzia nazionale beni confiscati alla criminalità organizzata, pubblicata relazione sul 2022

Il coinvolgimento del Terzo settore rappresenta un’importante linea di azione che occorre efficientare per il potenziamento della capacità destinatoria dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati. Così la relazione annuale per il 2022 dell’ente, pubblicata giovedì sul proprio sito, nella quale viene ricordato che, nell’80% dei casi, i beni confiscati sono destinati agli enti territoriali, con larghissima prevalenza dei Comuni, i quali solo di rado li reimpiegano per finalità istituzionali, provvedendo piuttosto al loro riuso attraverso il coinvolgimento di organismi del Terzo settore, individuati a seguito di procedura a evidenza pubblica, per la realizzazione di progettualità a contenuto sociale. Secondo la relazione, nell’ambito dell’attività finalizzata a realizzare l’affidamento diretto dei beni da parte dell’Agenzia in favore del Terzo settore, ma anche per quanto attiene il preventivo coinvolgimento dei Comuni quali destinatari dei beni al proprio patrimonio indisponibile, occorre approfondire i fabbisogni di cui questi soggetti sono portatori.

L’Agenzia dunque, attraverso due distinti strumenti di intervento, sta venendo incontro a questa necessità: da un lato con lo sviluppo di una nuova funzionalità che consentirà di realizzare con carattere sistemico un Bando “a sportello”, dall’altro con il miglioramento della conoscenza delle caratteristiche strutturali delle istituzioni non profit e dei settori prevalenti delle relative attività, indispensabile a suo avviso “per definire e calibrare le future politiche di destinazione, in una logica di prossimità e sussidiarietà, funzionale alla restituzione dei beni confiscati alle comunità di riferimento”. Ancora, l’Agenzia si sta facendo promotrice di iniziative di coinvolgimento delle Istituzioni regionali, finalizzate a promuovere la destinazione di risorse finanziarie dei Piani nazionali ed europei e dei correlati strumenti di programmazione a favore delle aree di maggiore interesse da parte degli enti del Terzo settore.

La relazione ha ricordato che l’anno scorso è stata sperimentata l’introduzione di una “Vetrina” attraverso la quale sono stati presentati sia alle Amministrazioni statli sia agli organismi del Terzo settore i beni mobili registrati destinabili: dall’avvio della nuova modalità di Vetrina (novembre 2021), sono stati posti all’attenzione 75 beni mobili registrati, di cui 8 natanti/imbarcazioni, 19 motoveicoli, 43 autoveicoli (di cui 2 con caratteristiche peculiari e funzionali per il soccorso) e 5 mezzi pesanti. I beni inoptati, a seguito dell’approfondimento in merito alle reali potenzialità di impiego per scopo istituzionale e sociale e al riscontro dell’inidoneità dei medesimi alle finalità citate, sono stati successivamente destinati dal Consiglio Direttivo alla vendita. Con riferimento a 67 ulteriori beni registrati idonei per l’impiego in attività istituzionali o a fini sociali, pubblicati in occasione delle 5 distinte “vetrine”, i dati delle manifestazioni acquisite restituiscono l’interesse prevalente degli enti territoriali e dei soggetti del Terzo settore. Tuttavia, emerge il dato non irrilevante dei beni inoptati, pari al 34% dei beni proposti.

Nel 2022, inoltre, si è conclusa la procedura sperimentale per l’assegnazione diretta dei beni confiscati agli enti del Terzo settore. Sono quindi state avviate le verifiche di rito, compresi i controlli antimafia, e le prime convenzioni sono state sottoscritte nel giugno 2023. Sono state svolte approfondite verifiche sul possesso dei requisiti di onorabilità dichiarati dagli enti al momento della partecipazione alla procedura: verifiche importanti, viene spiegato, poiché i soggetti concessionari potranno disporre del bene confiscato per un periodo di minimo 10 e massimo 30 anni. Complessivamente potranno essere realizzati 64 progetti, previa stipula di apposite convenzioni con i 56 organismi risultati assegnatari, per un totale di 145 lotti, corrispondenti a 242 beni. 

In generale, viene illustrato dalla relazione, dei 1.412 beni originariamente proposti, tutti preventivamente già presentati nelle conferenze di servizi, 1.126 sono rimasti inoptati (80%), a riprova della circostanza che “quanto rimane dai tentativi di offerta è indubbiamente contraddistinto da caratteri di scarsa attrattività”. Per questi beni, si è delineata la necessità di attivare il procedimento di vendita e in questo senso si è orientato il Consiglio Direttivo dell’Agenzia, disponendone l’inserimento nell’elenco dei beni da alienare per il soddisfacimento dei creditori.

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