Roma, 21 ottobre 2020 – Le proposte di legge in esame trattano temi di grande importanza e meritano, al di là di alcune necessarie specificazioni, una valutazione sostanzialmente positiva per le parti relative alla semplificazione amministrativa, alla tutela del lavoro, al lavoro femminile e agli incentivi alla produttività. Le maggiori criticità riguardano, invece, la trattazione del rapporto tra il socio lavoratore e la cooperativa in vista dell’obiettivo di contrastare le false cooperative.
È quanto hanno sottolineato i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione presso la Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera, sulle proposte di legge C. 1818 Murelli e altri recante “Disposizioni in materia di lavoro, occupazione e incremento della produttività” e C. 1885 De Maria recante “Modifiche all’art. 29 del Dlgs. 10 settembre 2003, n° 276, in materia di responsabilità solidale del committente”.
“L’Alleanza delle Cooperative -hanno spiegato- non ha mai contrastato riforme volte al rafforzamento della base legale della cooperazione genuina, ma non può tollerare riforme che rischiano di pregiudicarne la presenza nel mercato con disposizioni evidentemente discriminatorie rispetto ad altre forme societarie. E in questa direzione vanno alcune misure contenute nelle proposte in esame, come la norma, dal sapore incostituzionale, che prevede, in caso di appalto di opere o di servizi eseguiti da cooperative o da loro consorzi, di estendere la responsabilità solidale fino a cinque anni dalla cessazione dell’appalto, invece dei due anni previsti per gli altri tipi di impresa. Così come violano il principio costituzionale della parità di trattamento tra soggetti nel mercato alcune disposizioni previste per le cooperative di lavoro, sociali e di abitazione in tema di controllo interno”.
Dall’Alleanza è stato ribadito che “l’obiettivo di contrastare con forza le false cooperative che danneggiano la reputazione di quelle sane è sicuramente importante, ma è altrettanto indispensabile lottare contro tutte le false imprese, perché il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori e della concorrenza sleale riguarda tutte le forme societarie e, nella stragrande maggioranza dei casi, forme diverse da quella cooperativa. In modo particolare, ma non solo, le srl semplificate, che in cinque anni sono cresciute a dismisura, passando da 3.968 a 50.190, mentre le cooperative da 7.790 a 5.839”.
Tra l’altro, negli ultimi anni -anche come conseguenza della mobilitazione “Stop alle false cooperative” promossa dall’Alleanza delle Cooperative- sono intervenute importanti evoluzioni normative già nella legge di bilancio per il 2018, per rendere più efficace l’attività di vigilanza e ad ampliare gli strumenti sanzionatori. Senza dimenticare le misure straordinarie adottate dal sistema cooperativo, e che potrebbero essere mutuate anche per le altre forme di impresa, a partire dagli Osservatori provinciali della Cooperazione, dove Ispettorati Territoriali, associazioni cooperative e sindacati collaborano per contribuire a contrastare fenomeni distorsivi del mercato del lavoro.
L’Alleanza ha infine ribadito la necessità di contrastare “pratiche come il massimo ribasso o la distorsione delle offerte economicamente più vantaggiose strutturate solo in un’ottica di risparmio, che favoriscono i soggetti che ricorrono abitualmente all’evasione fiscale e contributiva e alla compressione del costo del lavoro” e di risolvere il problema dell’assenza di una certificazione della rappresentanza, testimoniato dagli oltre 800 contratti depositati al Cnel, dei quali meno della metà sono siglati dalle organizzazioni più rappresentative.