Incontro operativo il primo giugno a Ravenna tra il mondo di Legacoop, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’assessore al Turismo Andrea Corsini e il Sindaco Michele de Pascale. Obiettivo: fare il punto sulle difficoltà che ostacolano la ripresa e sui possibili provvedimenti da prendere dopo la catastrofe. Al tavolo per le cooperative — una cinquantina i rappresentanti riuniti di tutti i settori — c’era il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi. Presenti anche il Presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Daniele Montroni, la presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini, il presidente di Legacoop Imola, Raffaele Mazzanti, i rappresentanti di Legacoop Estense, per le zone del ferrarese. Tra le aziende presenti le 7 cooperative agricole braccianti (Agrisfera, Bagnacavallo e Faenza, Campiano, Cervia, Fusignano, Massari e Ter.Ra.), Cear, Deco Industrie, Fruttagel, Cormec, Icel, Zerocento, Arco Costruzioni, Copura, Alice, Cooperativa Facchini Romagna, Zerocento.
Sono stati tre i punti principali affrontati: rimborsi totali per i danni in agricoltura, il settore in assoluto più devastato, senza porre limiti dimensionali; la necessità di inquadrare alvei e sponde dei fiumi come infrastrutture strategiche, con tutto quello che ne consegue; i danni al sistema viario, che da una prima stima dell’assessore Corsini ammontano a più di un miliardo. Sullo sfondo la necessità per tutti — istituzioni e imprese — di inquadrare con chiarezza una nuova fase storica, in cui il cambiamento climatico è la nuova normalità e occorre ridisegnare tutti i profili del territorio, a partire dal reticolo idrogeografico.
Un centinaio di cooperative associate a Legacoop Romagna sono state colpite dall’alluvione nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Solo nel ravennate, i danni diretti sono stati stimati in 48 milioni di euro — in tutta l’area da Conselice a Cervia — e ce ne sono molti altri, diretto ed indiretti, che sarà possibile valutare solo nei prossimi mesi. L’agricoltura è il settore più danneggiato in tutte le sue filiere, dalla frutta e verdura, alle sementi, al vino. Le cooperative agricole braccianti hanno visto sott’acqua la metà dei loro terreni (6.150 ettari, pari a 9.000 campi da calcio). A questo si aggiungono i danni indiretti: si perderanno migliaia di giornate di lavoro stagionale in agricoltura, l’autotrasporto e la logistica iniziano già a vedere le conseguenze della catastrofe, la carenza di prodotti agroalimentari causata dai mancati raccolti si ripercuoterà sulle industrie di trasformazione. Arriveranno per forza di cosa sugli scaffali dei supermercati prodotti esteri, a costi e qualità ben diverse.
“Ora che finalmente il decreto del governo è uscito — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi —, possiamo affrontare i problemi più urgenti, a partire dalla cassa integrazione in deroga per le migliaia di soci e lavoratori delle cooperative che non potranno lavorare perché campi e stabilimenti sono stati devastati. Non si può più perdere tempo, occorre essere operativi e temiamo che quando si spegneranno i riflettori dei media il processo di ricostruzione si perderà nelle pastoie della burocrazia. È questo il motivo per cui pensiamo che il commissario per la ricostruzione debba essere il presidente della Regione Bonaccini, che conosce bene il territorio”.