La promessa del viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini di dare attuazione in tempi brevi alla Zona Logistica Semplificata (ZLS) di Ravenna, attraverso l’emanazione degli appositi decreti, è più che benvenuta. Legacoop Romagna verificherà di giorno in giorno che alle parole seguano i fatti, così come per quanto riguarda i danni da alluvione.
In attesa che il territorio ravennate e romagnolo possa finalmente beneficiare dei decreti attuativi così a lungo attesi — sollecitati a più riprese anche da Camera di Commercio, Prefettura di Ravenna e gran parte del sistema imprenditoriale del nostro territorio —, la Camera dei Deputati ha approvato la nascita della cosiddetta Zona economica speciale (ZES) unificata del Mezzogiorno. Il decreto legge del governo sarà convertito al Senato entro il prossimo 18 novembre. Nel contempo sarà istituita una cabina di regia centralizzata, con appositi organismi di supporto.
E una buona notizia per il Sud, le cui attività economiche e imprenditoriali potranno beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.
Ora occorre, però, che la stessa urgenza venga assegnata alla ZLS romagnola. Lo affermiamo senza alcun intento polemico, ma consapevoli di come nel breve e medio periodo potrebbe avere un riscontro per la crescita ancora maggiore per il Paese, viste le caratteristiche del territorio in cui insiste.
La Zona Logistica Semplificata di Ravenna occuperà un’area di 4.900 ettari, 9 province, 28 comuni, 25 aree produttive e 11 nodi intermodali, coinvolgendo più di 100.000 addetti. Sarà incentrata sul Porto di Ravenna, il quale è interessato da un programma triennale di investimenti di 3 miliardi e 140 milioni che ha l’obiettivo di consolidarlo e rafforzarlo come scalo navale nevralgico per il commercio con il Mediterraneo orientale e il nord Africa.
Si tratta di un’occasione unica di sviluppo, su cui continueremo a tenere alta l’attenzione e a fare sentire la nostra voce con tutte le istituzioni preposte, a partire dai parlamentari eletti in Romagna, dai quali su questo tema ci saremmo aspettati un maggior protagonismo. A loro chiediamo che operino affinché entrambe le scelte abbiano pari dignità nell’azione di governo, senza inaccettabili corsie preferenziali.