La disastrosa alluvione che ha colpito i territori dell’Emilia-Romagna evidenzia ancora una volta come sia fondamentale una manutenzione dei corsi d’acqua che preveda una programmazione e interventi regolari, a differenza di quanto accaduto finora, soprattutto lungo il corso del Lamone. Bene la rapidità con cui è stato dichiarato lo Stato di emergenza per l’Emilia-Romagna da parte del governo, su sollecitazione della Regione. Queste le posizioni che Legacoop Romagna ha ribadito nel corso della riunione con le istituzioni svolta nel pomeriggio di venerdì 5 maggio 2023 nella sede della cooperativa associata Terremerse. Al tavolo erano seduti il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente della Provincia Michele de Pascale, il Sindaco di Bagnacavallo Eleonora Proni e il prefetto Castrese De Rosa. Per Legacoop Romagna hanno partecipato il responsabile di settore Mirco Bagnari e la coordinatrice provinciale Elena Zannoni.
“In poche ore è caduta una quantità d’acqua impressionante, segno che il cambiamento climatico ormai è la realtà con cui tutti dobbiamo fare i conti. Ci pare che in queste condizioni la reazione, pur se in una situazione difficilissima, che richiederà profonde riflessioni sul futuro, sia stata pronta, sia da parte delle istituzioni, sia da parte della protezione civile”, dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi.
Alle istituzioni le cooperative hanno reiterato la richiesta di non porre limiti dimensionali per le aziende che saranno titolate a ricevere i ristori e il rinvio del pagamento di alcuni contributi, anche in virtù del fatto che le stesse zone sono state colpite severamente dalle gelate di fine inverno.
Per quanto riguarda gli ingenti danni subiti dalle cooperative, Legacoop sta seguendo la situazione da vicino, monitorando di ora in ora gli eventi. “Purtroppo la situazione nei campi delle Cooperative Agricole Braccianti”, dice il responsabile di settore Mirco Bagnari, “si conferma drammatica. Nelle cooperative di produzione si lavora senza sosta per tornare alla normalità: in particolare Deco Industrie e Terremerse stanno esprimendo il massimo degli sforzi, ma anche per queste attività sarà necessario richiedere i ristori per coprire i danni causati ai macchinari e i danni indiretti causati dal fermo produttivo forzato”.