Quasi 200 cooperative associate che, in termini di valore della produzione, esprimono la più grande aggregazione del Friuli Venezia Giulia dal punto di vista associativo. Oltre 200 mila soci e più di 16 mila addetti con un valore della produzione che sfiora i 2 miliardi di euro, in aumento rispetto al passato. In sintesi un osservatorio privilegiato sul movimento cooperativo e, di conseguenza, sull’andamento economico del territorio.
È con questi numeri positivi che si è aperta il 10 luglio a San Vito al Tagliamento, dopo i saluti istituzionali del presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin e del sindaco della città, Alberto Bervava, l’assemblea ordinaria di Legacoop Fvg, l’associazione che raccoglie le più grandi imprese cooperative della regione.
«Per quanto riguarda le tendenze – ha spiegato Michela Vogrig, presidente di Legacoop Fvg – è decisamente in crescita il settore dei servizi, primo settore della nostra associazione, tra l’altro in coerenza con il trend regionale. Crescono molto anche le cooperative sociali e soprattutto quelle dei settori di turismo e cultura e in crescita è anche il settore del consumo, con grandi realtà come Coop Alleanza 3.0 e Conad che hanno chiuso col segno più i rispettivi bilanci».
La promozione al centro e il nostro impegno per il futuro
«Di fronte all’evidente calo del numero di imprese – ha commentato Vogrig – la misura del nostro lavoro sarà inevitabilmente determinata dalla capacità di promuovere nuova cooperazione. Dai workers buyout alle cooperative di comunità, dalle comunità energetiche rinnovabili alla cooperazione tra lavoratori autonomi, oltre ad una maggiore presenza in settori strategici quali l’agricoltura e l’industria, al supporto competente a start-up per intercettare ibridazioni imprenditoriali, imprese sociali, reti e filiere». In sintesi, per la presidente di Legacoop Fvg serve «un piano di promozione cooperativa che abbia come orizzonte una strategia multilivello in grado di valorizzare idee, progetti e visioni che favorisca l’inter-generazionalità, creando uno spazio reale per i giovani all’interno delle nostre organizzazioni. Dobbiamo far crescere nuova cooperazione in settori strategici, come ad esempio quelli ad alta tecnologia, ma anche forme ibride in grado di aprire opportunità sui territori. Ne sono un buon esempio la cooperativa Part-Energy, apripista a livello nazionale e modello distintivo per le Cer, così come la Polisportiva San Vito». Nella sua relazione, Vogrig ha anche citato lo sviluppo di progetti di filiera «che guardino ai luoghi e alle persone, come nel caso della filiera del Pane di Grano Tenero Friulano sviluppato con Alleanza 3.0, la Filiera Qualità Fvg finalizzata alla ristorazione collettiva, ma anche i negozi di vicinato come per il progetto di Pan Coop. In una regione i cui trend demografi ci sono sempre più drammatici la cooperazione può offrire alle fasce più anziane soluzioni abitative per una vita indipendente prevenendo forme di istituzionalizzazione come ha fatto la Itaca con il progetto Cjase me o Acli con Casa Egidio».
Diritti, lavoro, equità e inclusione
Impossibile poi, nel discorso della presidente, non soffermarsi sui temi del lavoro, dei divari sociali e dell’inclusione. Citando il recente drammatico episodio che ha portato alla morte di Satnam Singh, il bracciante indiano abbandonato a Latina davanti alla sua casa con il braccio tranciato, «esito di una spregiudicata e inumana ricerca del profitto – ha denunciato Vogrig –, come associazioni cooperative abbiamo chiesto alle parti sindacali di condividere e rafforzare con iniziative, strumenti di monitoraggio e controllo, azioni di contrasto a qualsiasi forma di sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori. Dobbiamo coltivare l’idea di una società più giusta, contrastare le disuguaglianze, rimettere al centro le aree interne, le periferie urbane, offrire maggiori tutele e opportunità ai giovani, alle donne, ai migranti e a coloro che si trovano in condizione di particolare di fragilità. Se le diseguaglianze sono sempre più strutturali e pervasive – ha concluso – il mondo della cooperazione deve essere capace di offrire percorsi inclusivi, dignitosi, equi, favorendo contesti di buon lavoro agendo in modo corresponsabile insieme a una pubblica amministrazione e alle altre parti sociali».
La tavola rotonda: sport e cooperazione
Se, nella passata edizione, il focus era stato quello delle sinergie e strategie tra pubblico e privato, quest’anno il tema su cui Legacoop Fvg ha voluto puntare i fari è stato quello dello sport e del mondo della cooperazione, sulla scia delle sfide lanciate dalla riforma dello sport tra evoluzione e innovazione e, di conseguenza, le opportunità del modello cooperativo in questo settore.
Nella seconda parte della mattinata, dunque, moderati dalla giornalista Silvia Giacomini si sono confrontati Giorgio Brandolin, presidente Coni Fvg, Enzo Dall’Osto, vicepresidente del Comitato regionale Uisp Aps, Emanuele Giassi, del Servizio Sport Direzione Centrale Cultura e Sport Regione Fvg, Marco Mingrone, responsabile Ufficio Legislativo di Legacoop nazionale, Alberto Rigotto, direttore amministrativo Udinese Calcio Spa, Giovanni Raggi, presidente Cooperativa Polisportiva San Vito e la presidente di Legacoop Fvg,Michela Vogrig.
«Sottolineato per altro nella recente riforma dello sport – ha commentato Vogrig – la cooperazione può essere uno strumento importante perché può rispondere alle esigenze anche del piccolo associazionismo sportivo. Attualmente – ha spiegato – la norma ha applicato, senza distinguo, le stesse condizioni alle grandi e piccole realtà, creando non poche difficoltà. Il mondo cooperativo, ovviamente, è d’accordo con le nuove norme introdotte, come, ad esempio, una maggiore trasparenza, una governance più strutturata e controlli più stringenti, ma il modello cooperativo offre secondo noi dei valori in più, come la possibilità dei ristorni ai soci, o di rendere più gestibili le responsabilità come nella gestione degli impianti sportivi».