“Concertazione, co-programmazione, co-progettazione, partenariato pubblico-privato e privato sociale sono sostantivi che evocano una predisposizione al perseguimento di obiettivi comuni che non può essere compromessa dal diverso grado di sensibilità delle forze politiche impegnate nell’amministrazione”.
Così il presidente Mauro Iengo ha aperto l’Assemblea generale dei delegati di Legacoop Lazio, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri e Anna Finocchiaro, presidente di Italia Decide.
“Qui si intende ragionare su un codice comportamentale e procedurale che confermi la validità del rapporto pubblico-privato e non lo renda occasionale in ragione delle opportunità contingenti – ha continuato Iengo-. E si ritorna quindi a ragionare di massimo ribasso/minimi diritti o di priorità come i servizi attraverso l’affidamento a società in house controllate dalla PA”. “Vi si dovrebbe ricorrere solo in caso di fallimento del mercato, qualora nessun operatore economico fosse in grado di fornire beni e servizi – ha dichiarato Letizia Casuccio, presidente dell’Assemblea dei delegati-. L’appello è quello a un patto per il lavoro” ha aggiunto, chiedendo che si “contenga la deriva al massimo ribasso e che si esternalizzi senza abbassare i costi del lavoro”.
Frutto del rapporto pubblico- privato, esistono nel Lazio buone prassi come quelle che hanno portato la cooperazione laziale a dare vita a partenariati che rappresentano sperimentazioni di nuovi modelli di gestione e di rete. Tuttavia, bisogna considerare queste esperienze ancora come delle eccezioni, ha rimarcato Simone Gamberini, candidato presidente di Legacoop Nazionale.
“Oggi la realtà in Italia è che le cooperative rinunciano a partecipare alle gare perché non ci sono più le condizioni economiche per garantire la dignità del lavoro – ha ricordato, intervenendo durante la tavola rotonda dell’Assemblea-. Il dumping contrattuale è consentito in modo estremo: per questo ho l’impressione che la visione politica del rapporto pubblico-privato sia ancora distante da quello vagheggiato nel libro verde europeo”. Così è anche per Alessandro Hinna, professore ordinario di Organizzazione aziendale, secondo il quale “si può parlare di un fallimento importante di questo rapporto che attualmente si configura più come un “derby che come un rapporto di collaborazione ispirato all’idea di provare a costruire insieme valore”. “L’asse pubblico – privato si basa spesso solo sul concetto di contenimento della spesa economica” ha denunciato.
“A noi non interessa il risparmio ma la capacità di rispondere ai bisogni facendo innovazione” ha commentato di rimando Roberto Gualtieri, sindaco di Roma Capitale. “Credo che nelle nostre amministrazioni si debba passare da una dimensione proceduralistica a una legata agli obiettivi, così come suggerisce il PNRR”. Per il sindaco, un tema fondamentale è quello della capacità di “formare e creare occupazione”. “L’intreccio tra le politiche attive non è solo quello volto a creare competenze, non è solo il mismatch tra offerta e domanda – ha dichiarato- ma anche l’istanza della qualità e della produzione di lavoro rispetto ai bisogni. Per questo sarebbe interessante ragionare in modo coordinato di come noi costruiamo occupazione nei territori a partire dai bisogni sul lato della domanda e dell’offerta qualificata”.
“Una P.A italiana non proprio votata all’innovazione riceve dal privato uno slancio. Ma dentro la P.A ci vuole gente che sappia riconoscere l’innovazione. Questo è il punto: il disallineamento tra le competenze che stanno dentro l’amministrazione e quello che l’impresa produce” ha commentato Anna Finocchiaro che alla presidenza di Italia Decide da tempo lavora sul tema della fiducia necessaria tra pubblico e privato e della qualità delle politiche pubbliche.
“Questa Assemblea e la relazione del presidente Iengo ci danno l’idea di quanto impegno questa associazione e questo pezzo di mondo imprenditoriale italiano stia mettendo per modificare sé stesso – ha aggiunto Finocchiaro-. Ma nessuno può pensare che il rapporto pubblico privato possa esistere se non è anche la P.A a cambiare. Oggi è basata sul principio autoritativo ed è governata dalla paura, da un sistema inadatto a mantenere vivo il rapporto di fiducia”.
“In una epoca di incertezze dettate da anni di pandemia, dalla guerra e dalle sue conseguenze, io credo che cooperare e cercare di costruire insieme sia ancora fondamentale- ha concluso Mauro Lusetti, presidente di Legacoop Nazionale, al quale sono state affidate le conclusioni-. Dopo anni di difficoltà, l’associazione ne è uscita rafforzata, come dimostra la partecipazione a questa Assemblea e alle altre che ci porteranno al Congresso di Legacoop il 2, 3 e 4 marzo. I nostri principi cooperativi e l’articolo 45 della Costituzione devono rimanere i nostri punti di riferimento per il futuro”.