Roma, 30 aprile 2024 – Dall’incontro dei Ministri su Clima, Energia e Ambiente appena concluso a Torino vengono segnali importanti, dopo la decisione della COP28 di Dubai di “transitare fuori dai combustibili fossili”. Positiva, per esempio, l’intenzione di abbandonare il carbone nei primi anni dal 2030. Eppure, ancora si pensa di investire su gas, uno dei combustibili fossili di cui ci dobbiamo rapidamente liberare, aggravando la crisi climatica e oltretutto sprecando risorse preziose per la transizione.
Questo il commento a caldo delle organizzazioni della società civile italiana e internazionale riunite nel C7 (di cui fa parte Alleanza delle cooperative) che hanno esortato i Ministri dell’Ambiente ed Energia alla conclusione della riunione dei Ministri dell’Ambiente ed Energia dei paesi del G7, ospitata a Torino dal 28 al 30 aprile, nell’anno di presidenza italiana.
Il G7 ha una responsabilità enormemente sproporzionata rispetto agli altri Paesi per la crisi climatica e la perdita di biodiversità, ma anche risorse e capacità di risposta smisurate.
Il Summit dei Capi di Stato e di governo del G7 del 2024 dovrebbe essere un momento per rispondere con urgenza e proporre soluzioni a lungo termine alle disfunzioni dei nostri sistemi attuali.
Nel 2023 sono stati registrati temperature ed eventi estremi come incendi, siccità, uragani e inondazioni su una scala molto più ampia di quanto si conoscesse in precedenza. Sebbene quasi nessuna regione del mondo sia stata risparmiata, le popolazioni e le comunità emarginate sono state colpite più duramente; segno evidente della più grande ingiustizia del cambiamento climatico: coloro che sono meno responsabili dei cambiamenti climatici sono quelli che soffrono di più.
Il G7 nel 2023 ha inviato segnali importanti sulla necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili e di fissare obiettivi per un massiccio aumento dell’energia eolica e solare, ma le lacune negli impegni presi sono ancora tante, e le preoccupazioni della società civile ancora maggiori.
Il G7 di Venaria ha comunque ribadito investimenti in gas, e questo rappresenta una profonda incongruenza da superare con urgenza. Inoltre, i paragrafi sul nucleare appaiono ispirati più a dinamiche interne che alla realtà globale, arrivando a trattare tecnologie come la fusione, ben lontane dall’essere disponibili.
Nella Dichiarazione del C7 (che si può leggere in versione integrale a questo link) sono state dunque avanzate ai Ministri dell’Ambiente e Energia G7 queste e altre richieste specifiche per un’azione urgente che richiama alle “responsabilità comuni ma differenziate” e alle “rispettive capacità” secondo il principio di equità riconosciuto nell’Accordo di Parigi.
La necessità di eliminare i combustibili fossili e di accelerare la transizione energetica ed ecologica per limitare il riscaldamento a 1,5°C – ribadita dalla Comunità internazionale a più livelli – richiede riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni medie globali. Tuttavia, una ripartizione equa dello sforzo di mitigazione globale tra i popoli e i paesi della Terra richiede che i paesi che hanno una grande responsabilità storica e capacità di fronte alla crisi climatica facciano di più e più velocemente. I paesi del G7 devono ridurre le emissioni velocemente e drasticamente, nonché destinare fondi cospicui e strutturali ai finanziamenti internazionali per il clima, in modo da contribuire davvero allo sforzo globale di limitare il riscaldamento a 1,5°C.