Roma, 17 novembre 2020 – Il percorso di riforma delle Camere di Commercio, avviatosi cinque anni fa, sta producendo, in quei contesti dove si sono già realizzati gli accorpamenti, effetti positivi in termini di accresciuta efficacia della loro attività. La legge fissa una scadenza per il compimento di questo processo: il Ministero si faccia carico di assicurarne il rispetto, producendo comunque un ulteriore sforzo con la giusta sensibilità affinché sulle fusioni territoriali ancora non risolte e che vedono ancora conflitti si possa arrivare a soluzioni più condivise, a fronte di nuove proposte credibili e realizzabili in tempi molto serrati. Occorre inoltre che le Camere di Commercio risultanti dalle fusioni garantiscano comunque la pluralità delle diverse rappresentanze nella governance, ferma restando la necessità di maggiore rigore e controllo sui dati associativi dichiarati.
È questo l’invito rivolto al Ministro Patuanelli, nel corso dell’incontro sugli accorpamenti delle Camere di Commercio, dal Presidente dell’Alleanza delle Cooperative, Mauro Lusetti, anche a nome dei Copresidenti Maurizio Gardini e Giovani Schiavone.
“Oggi più che mai -ha sottolineato Lusetti- le imprese hanno bisogno di certezze; hanno bisogno dei ristori predisposti dal governo, ma anche di un sistema camerale in grado di erogare servizi efficaci e di qualità per aiutarle a superare la drammatica situazione che stanno vivendo. Qualsiasi ritardo nella conclusione del processo di riforma o il rimetterne in discussione i principi fondamentali produrrebbe invece incertezza e rischierebbe di aggiungere problemi a problemi”.
Il Presidente dell’Alleanza ha quindi raccomandato di procedere rapidamente alla nomina dei Commissari, che potranno anche essere rappresentati dai Presidenti delle Camere di Commercio di più recente elezione.
“Naturalmente -ha precisato Lusetti- non possiamo pensare che la chiusura del processo di accorpamento significhi il compimento definitivo della riforma: occorre dare all’intero sistema camerale un tempo congruo, quantificabile in tre anni, per sperimentare il nuovo assetto. Un periodo durante il quale si potranno monitorare vari aspetti -dall’adeguatezza dei servizi offerti, ai progressi della digitalizzazione del rapporto tra Camere e imprese, alla garanzia della molteplicità della rappresentanza- per valutare l’esigenza di apportare eventuali correttivi”.