La società cooperativa è da ritenersi la forma ottimale per costituire una comunità energetica rinnovabile (CER), dovendo le CER associare imprenditori mutualistici, aperti, democratici e possibilmente solidaristici. È quanto sostiene uno studio del Consiglio nazionale del notariato (CNN) raccontato sull’edizione odierna di Italia Oggi, in un articolo a firma di Bruno Pagamici. Solo la forma cooperativa consente di perseguire contemporaneamente uno scopo mutualistico (qualificante il relativo tipo contrattuale) e dei limitati scopi altruistico e ricreativo, spiega lo studio, dal titolo “Le incentivate comunità energetiche rinnovabili e il loro atto costitutivo”. Secondo il CNN non esistono un’unica forma e un’unica regolamentazione che siano ottimali per tutte le comunità energetiche, le quali possono differenziarsi molto in termini di soggetti partecipanti, di ambito territoriale, di scopi, di attività e di strutture aziendale e finanziaria.
La comunità energetica potrà poi avere la qualifica di impresa sociale, società benefit e/o impresa di comunità. Essendo tenuta a esercitare la condivisione di energia rinnovabile, sarà sempre qualificabile come cooperativa di produzione. La CER cooperativa, aggiunge il CNN, sarà però impossibilitata a provare la propria mutualità prevalente, nel limitato caso in cui contempli nel proprio oggetto sociale soltanto l’autoproduzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili e nel relativo scambio mutualistico laddove la propria prestazione sia una quota dell’utile di esercizio.
Le altre forme di CER descritte dal CNN sono: la società lucrativa (a determinate condizioni), l’associazione e la fondazione.