Sei progetti di comunità energetiche in forma cooperativa già pronti a partire, più altri in cantiere, bloccati da una burocrazia farraginosa e da procedure incerte, a cui si aggiunge l’inaccettabile ritardo che affligge i decreti attuativi. Di fronte a questa situazione Legacoop Romagna ha deciso di inviare una lettera aperta per appellarsi al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, che pochi giorni fa ha firmato e trasmesso alla Corte dei Conti il decreto di incentivazione alle Comunità energetiche rinnovabili (CER). Le comunità energetiche sono in attesa della pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, ma se non saranno emanate in fretta le regole di funzionamento e velocizzate le procedure di allaccio si rischia di vedere abbandonato un percorso virtuoso di decarbonizzazione, necessario di fronte alla crisi climatica.
Le comunità energetiche rinnovabili (CER) — scrive Legacoop Romagna al ministro — rappresentano una risorsa strategica per il contrasto alla povertà energetica, per la diffusione di ricchezza sui territori e per la lotta alla crisi climatica. Questi ritardi stanno privando gli italiani di un enorme potenziale, mentre dal Sud al Nord del paese decine di progetti sarebbero già pronti a partire.
Oltre ai sei progetti promossi dalle cooperative associate già avviati, altri ancora sono ai nastri di partenza, ma da più di un anno tutto è fermo, con un grave danno per imprese e cittadini.
I progetti promossi dalle cooperative associate a Legacoop Romagna riguardano un totale di potenza di picco di oltre 2.900 kwp e quasi 4,2 milioni di kwh prodotti all’anno. Sono interessate 17 imprese, 13 nel ravennate e 4 a Forlì-Cesena.
Il potenziale delle CER è enorme e la forma giuridica cooperativa è quella che meglio si adatta alle finalità delle CER stesse. Dare il via definitivo ai decreti attuativi e alle regole di funzionamento, e quindi agevolare concretamente lo sviluppo delle comunità energetiche, significherebbe agire in favore della crescita dei territori e delle economie locali.
È notizia degli ultimi giorni che il prezzo dell’energia si stia abbassando anche grazie al forte aumento degli impianti di produzione di energia rinnovabili (+12,2%), principalmente da fotovoltaico ma non solo. La produzione degli impianti idroelettrici è infatti cresciuta del 24%, ma ancora meglio hanno fatto gli impianti eolici, il cui rimbalzo è stato del 59,2%.
Mentre alla COP 28 si prende ancora tempo per intraprendere misure drastiche che riducano fortemente l’uso di combustibili fossili è urgente che il governo metta in campo tutte le azioni possibili per rendere energicamente indipendente il nostro paese e favorire l’installazione dei megawatt di impianti da rinnovabili di cui necessitiamo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.