Roma, 6 agosto 2024 – Il nuovo Codice dei contratti pubblici (d.lgs. n. 36/2023) ha portato diverse innovazioni di grande rilevanza. Tuttavia, a un anno dalla sua applicazione, sono necessarie alcune migliorie che, se apportate nell’ambito di un decreto correttivo al codice, possono avere la capacità di risolvere talune problematiche applicative e perfezionare l’impianto complessivo del codice.
A dirlo sono i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione, svoltasi presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, sulle risoluzioni presentate dai principali gruppi parlamentari in merito al decreto correttivo sul codice dei contratti pubblici annunciato dal Governo.
“Le risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari rappresentano un contributo molto positivo alla discussione” sottolinea l’Alleanza delle Cooperative che ne condivide gran parte dei contenuti, in particolare per quanto riguarda la materia della revisione prezzi e di una maggiore apertura del mercato.
In merito al tema della revisione dei prezzi, l’Alleanza delle Cooperative propone un abbassamento e in ogni caso che si chiarisca che la soglia del 5% indicata nella norma non costituisce una franchigia ma una soglia di attivazione della clausola di revisione prezzi prevedendo, inoltre, nel testo del Codice, un’esplicita indicazione, quale causa di attivazione, dell’incremento del corrispettivo legata al costo del lavoro derivante dai rinnovi di tutti i CCNL applicati dall’appaltatore, a tutti i servizi ad alta intensità di manodopera, nonché i contratti relativi ai servizi sociali, multiservizi e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica.
Le altre proposte avanzate dall’Alleanza riguardano i criteri per la valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (per la quale si chiede un’estensione a tutti i settori e un abbassamento dal 30% al 20% del peso del prezzo sulla valutazione complessiva), alcuni chiarimenti in merito alla regolamentazione della partecipazione dei consorzi cooperativi e non alle gare pubbliche, che valorizzi la partecipazione delle PMI.
È assolutamente necessario inoltre il chiarimento sul principio, previsto dall’art.11, di applicazione dei CCNL di settore che renda applicabile un CCNL diverso da quello indicato dalla stazione appaltante e, quindi che definisca meglio l’equivalenza delle tutele tra i diversi contratti di lavoro legittimamente applicati dall’appaltatore, che devono riferirsi a quelle economiche complessive, se sottoscritto dalle parti sociali comparativamente più rappresentative.
Sulla regolazione dell’illecito professionale, causa di esclusione dalla gara, va meglio circoscritta la valutazione discrezionale delle stazioni appaltanti, nel rispetto del principio costituzionale di presunzione di innocenza in assenza di condanna.
Infine, l’Alleanza ritiene fondamentali alcune integrazioni alla disciplina dei servizi di ingegneria e architettura e degli interventi di archeologia preventiva nella fase di progettazione, nonché a quella del project financing.
In allegato la memoria consegnata dall’Alleanza alla commissione, con i dettagli delle proposte per i correttivi al codice.