La direzione di Legacoop Bologna che si è riunita oggi in occasione del proprio congresso ha confermato Rita Ghedini nel ruolo di presidente dell’associazione che rappresenta 177 imprese cooperative dell’area metropolitana bolognese. Al congresso sono intervenuti Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Matteo Lepore, sindaco di Bologna, Mauro Lusetti, presidente di Legacoop Nazionale e Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia-Romagna e numerosi rappresentanti delle imprese cooperative.
“Gli anni tumultuosi di questo mandato appena concluso confermano che le nostre cooperative sanno resistere alle crisi, anche a costo di sacrificare le proprie marginalità”, ha spiegato Rita Ghedini nella sua relazione di apertura del congresso. “In molti settori le cooperative riducono i margini, fino alla perdita, sia nelle filiere private, sia quando il cliente è la pubblica amministrazione. Proponiamo di promuovere un forum permanente sul public procurement e l’economia sociale per rendere gli appalti pubblici una leva di sviluppo sostenibile. Auspichiamo di trovare alleate le rappresentanze del lavoro e delle istituzioni, alla ricerca di strumenti e pratiche per mettere in valore tutte le risorse che possono produrre un cambiamento sostanziale nella vita delle nostre comunità, che si stanno trasformando e bandire dalla pratica della committenza ogni forma esplicita o implicita di valutazione al ribasso sul costo del lavoro. Da tempo segnaliamo la necessità di intervenire sulla fiscalità dei redditi da lavoro, riducendo il carico fiscale sul lavoro, prioritariamente in favore di lavoratrici e lavoratori. Si tratta di una misura non più procrastinabile, che deve accompagnarsi all’impegno per la diffusione della contrattazione decentrata, unico vero strumento di adattamento del reddito da lavoro al reddito d’impresa e di valorizzazione delle diversità territoriali. Ogni altra forma che reintroduca divisioni meccanicistiche del lavoro, approfondendo i divari territoriali, è socialmente inaccettabile ed economicamente dannosa, perché i divari limitano lo sviluppo.
“Una parola chiave per i prossimi anni della nostra città sarà “infrastrutture“, declinata in termini digitali, fisici, sociali, ambientali I primi cantieri per le infrastrutture fisiche (viarie, ferroviarie, per la mobilità leggera e sostenibile) sono finalmente avviati dopo decenni di rinvii e di blocchi. Ci auguriamo che siano adeguate ad una città in trasformazione, le cui infrastrutture per la mobilità sono fondamentali ben oltre la città, per l’intero Paese. Anche la straordinaria infrastruttura digitale di cui Bologna si sta dotando con le “macchine” e le reti scientifiche, può avere un impatto positivo sulla città e sui suoi abitanti grazie ad un governo partecipato, utile a garantirne accessibilità e generazione di valore per il territorio. Da molti anni affermiamo che l’infrastrutturazione sociale ha lo stesso ruolo di supporto allo sviluppo delle infrastrutture fisiche. Riteniamo che lo sia più che mai in questa fase di grandi trasformazioni e di aumento delle diseguaglianze in cui, a fronte di grandi opportunità emergono aree (ambientali, sociali, generazionali) di grande fragilità”.
“Lo stesso schema di condivisione di obiettivi e di integrazione sussidiaria deve essere preso a riferimento per sviluppare azioni positive di contrasto all’emergenza climatica ed ambientale. La costituzione delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) in forma cooperativa può essere uno strumento di significativo impatto per ridurre le emissioni attraverso la conversione alle energie rinnovabili, ridurre i costi energetici per le famiglie e per le imprese, promuovere la cultura del consumo responsabile e l’equità energetica, sia in senso economico che distributivo. Legacoop Bologna si impegnerà nel prossimo mandato a promuovere un modello di innovazione sostenibile che abbiamo identificato come unica dimensione dello sviluppo coerente con il modello cooperativo”.