Sono oltre 3 mila le associazioni iscritte in Friuli-Venezia Giulia nel registro unico nazionale del Terzo settore, di cui più di 200 sono cooperative sociali che gestiscono servizi socio-sanitari, socioassistenziali ed educativi o finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, che poggiano su più di 14 mila lavoratori e lavoratrici. Numeri in crescita rispetto agli anni passati ai quali si aggiunge l’aumento del patrimonio netto delle coop sociali della Regione, passato dagli oltre 36 milioni di euro (211 milioni di ricavi) del 2021 ai quasi 50 milioni (244 milioni di ricavi) del 2023.
Con questi numeri si è aperto il 12 novembre, presso il Centro di accoglienza Balducci di Zugliano (Udine), il 6° congresso di LegacoopSociali Fvg, l’associazione di settore di Legacoop Fvg che raggruppa le cooperative sociali e le imprese sociali di tutta la Regione.
“È evidente che la cooperazione sociale tiene ed è cresciuta così come il numero degli addetti – ha spiegato la presidente di Legacoop Friuli-Venezia Giulia Michela Vogrig – ma è altrettanto vero che esistono delle criticità che vanno affrontate, come quelle relative all’adeguamento contrattuale che ha avuto ricadute importanti, di circa il 15% sul costo del lavoro nel mondo della cooperazione sociale. Un adeguamento che era doveroso nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che non potevano più pensare di operare in una situazione di legittimata povertà come operatori di serie B. È tuttavia innegabile che l’impatto è stato e sia ancora pesante per le cooperative e che pone il problema di rinegoziare i contratti con le pubbliche ammnistrazioni, principale destinatario delle prestazioni di servizi”. Il rischi per Vogrig è che le cooperative sociali “perdono patrimonio per non perdere posti di lavoro perché questo è nella loro natura, ma così riducono redditività e, quindi, la capacità di investire su innovazione e in nuovi servizi necessari alla comunità”, ha aggiunto.