Al Parco di Sant’Osvaldo a Udine il 12 ottobre alle 18.30 l’incontro speciale tra follia e musica.
Alle 18,30 di sabato 12 ottobre nella sala Pierluigi di Piazza della Comunità Nove – Parco di Sant’Osvaldo, via Pozzuolo 330 a Udine -, nell’ambito dell’iniziativa della Cooperativa Itaca “Disturbo?”, Mirko Cisilino (tromba), Roberto Fabrizio (chitarra), Giovanni Maier (contrabbasso) e Marco D’Orlando (batteria) si esibiranno in un concerto dedicato al grande sassofonista Ornette Coleman. Oltre al puro piacere di ascoltare alcune tra le punte di diamante del jazz contemporaneo nel nostro paese, l’occasione sarà propizia per celebrare degnamente il concerto che il grandissimo sassofonista americano tenne con il suo gruppo all’ospedale psichiatrico di Trieste nel giugno 1974.
Fu la prima di una lunga serie di esibizioni di vari artisti voluta da Franco Basaglia e dai suoi collaboratori per aprire al futuro l’istituzione manicomiale rendendola un luogo diverso e piacevole nel quale fosse possibile creare vera socialità e una nuova umanità anche grazie all’arte e alla musica. A distanza di anni da quel grande azzardo del “dottore dei matti” possiamo dire che la scommessa è stata vinta a mani basse.
La prova tangibile è proprio nel Parco di Sant’Osvaldo, ex famigerato manicomio nel quale scontarono la loro condanna le vittime della psichiatria tradizionale tra violenze e terribili strumenti di contenzione. I musicisti che si esibiranno hanno deciso, di comune accordo, di rendere omaggio a Ornette Coleman reinterpretando la scaletta del concerto di Trieste di tanti anni fa.
Il concerto del 12 ottobre sarà dunque un’occasione non solo per ascoltare alcune delle punte di diamante del jazz contemporaneo italiano, ma anche per riflettere sulle profonde connessioni tra arte, libertà e giustizia sociale. Con i nuovi arrangiamenti, i brani assumeranno forme e risonanze inedite, dimostrando ancora una volta come il jazz, e il Free Jazz in particolare, sia un linguaggio in costante evoluzione. La performance musicale si preannuncia come un evento raro e prezioso, capace di proiettare lo spettatore verso una visione di futuro più giusta e inclusiva, in linea con i principi rivoluzionari che tanto Coleman quanto Basaglia hanno incarnato nelle rispettive arti e professioni.
A distanza di cinquant’anni, questo omaggio a due figure rivoluzionarie del Novecento vuole riaffermare la forza dell’arte e della musica come strumenti di cambiamento, e rinnovare la speranza in un domani più umano e solidale.