Bruxelles, 19 marzo 2025 – “L’Europa è alle prese con sfide come il calo della competitività, la frammentazione del commercio internazionale e l’escalation delle tensioni geopolitiche, che rendono urgente rafforzare la resilienza economica e la capacità di essere attrattivi sui mercati, con una forte attenzione alla transizione verde e alla crescita sostenibile. Le imprese cooperative, che mettono al centro le persone e generano valore e occupazione a lungo termine, benessere per le comunità e coesione sociale, possono offrire un contributo fondamentale al raggiungimento di questi obiettivi se vengono poste, nel contesto più complessivo dell’economia sociale, al centro dell’agenda politica dell’Unione Europea, con la definizione di un quadro politico e normativo che ne valorizzi il ruolo e ne favorisca lo sviluppo, senza penalizzarle rispetto alle altre forme di impresa”.
È il messaggio consegnato da Simone Gamberini, presidente di Legacoop Nazionale, ai rappresentanti delle istituzioni europee che hanno partecipato a “Cooperative, forza motrice per la competitività e la coesione sociale in Europa”, l’incontro, che si è tenuto oggi a Bruxelles, organizzato dall’associazione e ospitato dalla rappresentanza della Regione Emilia-Romagna presso l’Unione europea. Un’occasione per approfondire, attraverso un confronto che ha coinvolto numerose cooperative attive in filiere importanti dell’industria e dell’agroalimentare, temi critici come la competitività, l’innovazione, la sostenibilità, e il ruolo centrale delle cooperative nel futuro del settore industriale e dell’agroalimentare in Europa.
Oltre al presidente di Legacoop, sono intervenuti, tra gli altri, il governatore dell’Emilia-Romagna Michele De Pascale, il vicepresidente esecutivo della Commissione UE per la coesione e le riforme Raffaele Fitto, la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno. Le due tavole rotonde hanno trattato la transizione green nell’agricoltura e nell’alimentazione e il ruolo dell’economia sociale nel rafforzamento della competitività europea. Ha chiuso la giornata una plenaria, dedicata ai commenti finali.
Tra i relatori: Mihail Dumitru, vice direttore della Direzione generale Agricoltura della Commissione UE; i parlamentari europei italiani del gruppo S&D (Socialisti e democratici, ne fa parte il PD) Dario Nardella, Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Camilla Laureti, Nicola Zingaretti. Per il gruppo Conservatori e riformisti (ECR), a cui aderisce Fratelli d’Italia, sono intervenuti Carlo Fidanza, Elena Donazzan e Michele Picaro.
Gamberini ha ribadito il convinto sostegno di Legacoop al processo di integrazione europea e, riferendosi all’attuale sfida della difesa comune, ha sottolineato come questa debba essere affrontata tenendo insieme la politica estera comune e le relazioni economiche e culturali con i Paesi extra UE, a cominciare dai “vicini”, non rinunciando ai valori fondativi dell’Europa. “La necessità di condividere spese comuni per la difesa – ha detto – non può significare rinunciare al nostro modello economico e produttivo, al sostegno agli investimenti per innovazione e crescita, a mantenere il nostro modello di welfare e l’innovazione sociale, al rafforzamento delle protezioni sociali come elemento di sicurezza e stabilità. Legacoop e le cooperative associate sentono l’urgenza di tenere insieme la sfida della competitività e della coesione sociale con la salvaguardia di una storia fondata su principi e valori di rispetto dei diritti umani, sociali e civili e delle libertà fondamentali delle persone”.
“Le cooperative – ha sottolineato Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna – rappresentano uno dei pilastri del modello economico dell’Emilia-Romagna, che coniuga crescita e coesione sociale, innovazione e sostenibilità. Il nostro sistema cooperativo è una realtà di primo piano a livello europeo e internazionale, con imprese che operano in settori strategici come l’agroalimentare, la manifattura avanzata, i servizi alla persona e il welfare, la logistica e la grande distribuzione. Le cooperative emiliano-romagnole non solo competono con successo sui mercati globali, ma contribuiscono in modo determinante alla resilienza economica e alla tenuta sociale delle comunità. In un momento in cui l’Europa deve affrontare sfide complesse, dalle tensioni geopolitiche ai dazi minacciati dagli Stati Uniti, fino alla necessità di una maggiore autonomia strategica, il ruolo delle imprese cooperative diventa ancora più centrale; per questo è importante, oggi più che mai, concretizzare una strategia europea che le valorizzi, garantendo strumenti adeguati a competere su scala globale, accesso agevolato ai finanziamenti e un quadro normativo che ne riconosca la specificità. L’Emilia-Romagna, con la sua lunga tradizione di cooperazione e il suo ruolo di hub economico europeo, è al fianco del sistema cooperativo perché sia al centro dell’agenda politica dell’UE”.
Nei primi mesi di nuovo mandato “la Commissione europea ha messo in campo una serie di provvedimenti molto importanti dai quali si evince un cambio di passo su diverse questioni“, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto, “a partire dall’agricoltura, dai temi di carattere industriale, dall’immigrazione: mi sembra che l’approccio sia un approccio nuovo, diverso, più consapevole della difficoltà del momento che viviamo e questo penso che sia il tema che deve accompagnarci nei prossimi mesi e nei prossimi anni”. La “flessibilità”, ha assicurato Fitto, sarà al centro della prossima revisione di medio termine della politica di coesione, che dovrebbe essere proposta la prossima settimana dalla Commissione europea. Un’occasione “per adeguare i programmi dell’attuale coesione alle priorità di oggi”, che prima non esistevano.
Scopo dell’incontro anche la necessità di riaffermare l’impegno delle cooperative per raggiungere gli obiettivi economici e sociali dell’UE e chiedere alle istituzioni europee, in coerenza con le disposizioni dell’Action Plan approvato nel 2021, di riconoscere il potenziale della cooperazione, forma d’impresa che rientra tra i soggetti che fanno parte dell’economia sociale, grazie ai suoi elementi distintivi: il primato della persona e della finalità sociale rispetto al profitto, il reinvestimento degli utili per svolgere attività di interesse collettivo e generale, la governance democratica e partecipativa.
A parere di Legacoop, la UE dovrebbe procedere a una revisione della sua legislazione, con l’obiettivo di creare un ambiente competitivo, ad esempio attraverso la revisione delle politiche di concorrenza, la semplificazione legislativa, la facilitazione dell’accesso ai finanziamenti e la creazione di modelli europei in settori strategici. Sono numerose le materie oggetto di regolamentazione che interessano le cooperative e che dovrebbero essere orientate in modo adeguato a coglierne le peculiarità.
La strategia della Commissione europea per rafforzare la competitività e la resilienza dell’industria dell’Unione, delineata nel Clean Industrial Deal e nell’Affordable Energy Action Plan, a parere del movimento cooperativo deve considerare tutti gli aspetti e le parti della catena del valore, garantendo una trasformazione giusta e sostenibile. Gli investimenti necessari per la transizione pulita richiedono un accesso immediato al capitale, soprattutto per le imprese e le industrie di piccole dimensioni.
Sono necessari inoltre orientamenti chiari e univoci per aiutare le imprese cooperative ad accedere ai finanziamenti, tramite appalti e investimenti pubblici, e norme solide sugli aiuti di Stato e partenariati pubblico-privati. Ad esempio, nel quadro del processo di valutazione della revisione della direttiva sugli appalti pubblici, dare priorità all’innovazione, all’impatto sociale e all’efficacia rispetto all’offerta più bassa, creerebbe condizioni di parità in cui le cooperative, che sono focalizzate sulla sostenibilità e sull’innovazione, possono crescere.
Nel quadro delle politiche di concorrenza, il modello di impresa cooperativo potrebbe promuovere modelli e sfruttare le economie di scala in settori strategici, come ad esempio il digitale e l’intelligenza artificiale. La creazione di gruppi cooperativi orizzontali che comprendano piccole e medie cooperative in tutta l’UE potrebbe contribuire a raggiungere questo obiettivo attirando know-how, competenze e risorse, a condizione che questo modello sia riconosciuto e sostenuto dai policy makers sia nell’Unione che a livello nazionale.
Per quanto riguarda il settore agroalimentare, il modello cooperativo è molto presente e, con un valore aggiunto di oltre 400 miliardi di euro, rappresenta circa il 2% del Pil totale europeo. Le cooperative agroalimentari svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere la resilienza del settore. Costituiscono un pilastro della coesione rurale, sociale ed economica e garantiscono la competitività a lungo termine del comparto. Nel contesto generale delle politiche UE per il settore, che pure hanno riconosciuto il ruolo della cooperazione nella Vision for Agriculture and Food, sono necessari interventi più decisi e mirati, ad esempio, sulle nuove tecniche genomiche (NGT), armonizzando le normative tra gli Stati membri e impegnandosi con i rivenditori per creare fiducia e ridurre le barriere all’accesso al mercato per i prodotti trasformati con NGT.
In questo contesto, i negoziati per la Politica Agricola Comune (PAC) 2028-2034, secondo il movimento cooperativo, dovrebbero creare un percorso verso un quadro normativo europeo abilitante che consideri la realtà cooperativa e punti a sfruttare ulteriormente i numerosi vantaggi che questo modello apporta al settore. In particolare, considerando che gli agricoltori hanno un fondamentale bisogno di sostegno per modernizzare le loro infrastrutture, adottare pratiche più sostenibili e restare competitivi, il bilancio a disposizione della PAC nel quadro finanziario pluriennale post-2027 dovrebbe essere aumentato in modo da riflettere l’inflazione e la crescente domanda sull’agricoltura.
Per Legacoop hanno partecipato: Simone Gamberini, presidente; Gianluigi Granero, direttore; Catiuscia Marini, pesponsabile Politiche europee; Silvia Schiavon, ufficio Legacoop di Bruxelles; Francesca Ottolenghi, responsabile Relazioni internazionali, internazionalizzazione e pari opportunità; Marco Mingrone, responsabile Ufficio legislativo; Alessandro Ficicchia, responsabile Fisco; Antonio Zampiga, responsabile lavoro e Relazioni Industriali; Paolo Scaramuccia, responsabile Politiche di sviluppo locale, cooperative di comunità e servizi associativi; Vico Bertaglia, comunicazione.
Per Legacoop Agroalimentare: Cristian Maretti, presidente; Sara Guidelli, direttorice generale; Simona Caselli, responsabile degli Affari europei e presidente Granlatte coop; Gabriel Cecchini, funzionario.
Erano presenti i rappresentanti di numerose cooperative aderenti a Legacoop. Per il settore agroalimentare: Terre dell’Etruria, Cantine Riunite e CIV, Granlatte/Granarolo, Granterre, Conapi, Fruttagel, Progeo, Molini Popolari Riuniti, CAO Formaggi Per il settore culturale: CoopCulture. Per il settore produzione e servizi: INTEGRA, CONSCOOP (Consorzio delle cooperative di produzione e lavoro), CNS-Consorzio nazionale servizi, CPL Concordia, Coopservice, Adrilog, Cirfood, Camst, Cefla, Sacmi, Formula Ambiente SpA. Per il settore abitanti: Cooperativa Uniabita.
Foto e video dell’evento saranno disponibili a questo link.