Cooperative di comunità, Scaramuccia a Radio 1 Sportello Italia: un processo partecipativo che genera valore sociale oltre quello economico

“Le cooperative di comunità di Legacoop coinvolgono oltre 5mila soci, occupano 532 persone, generando un valore della produzione di oltre 30 milioni di euro. Numeri che non impressionano gli analisti finanziari ma che raccontano di un valore prodotto con le comunità locali nella realizzazione di servizi senza i quali si creerebbe ulteriore abbandono”. Così oggi Paolo Scaramuccia, responsabile sviluppo locale, cooperative di comunità e servizi associativi di Legacoop, intervistato da Francesco Ventimiglia di Radio 1 durante la trasmissione Sportello Italia.

Dunque valore economico da una parte, valore sociale dall’altra”.

“Quel fatturato genera molto più valore di quello che si legge a bilancio così come le 532 persone occupate ci parlano di contesti dove ogni persona occupata in realtà ha una famiglia che rimane nel proprio territorio mantenendo viva la comunità”.

Quante sono le cooperative di comunità in Italia e dove sono localizzate in genere?

“Dall’ultima mappatura che abbiamo realizzato, risultano oltre 300 cooperative di comunità, quelle aderenti a Legacoop sono 110 e di queste oltre il 90% si trova in territori fragili, piccoli comuni a rischio spopolamento e aree interne. Ma il modello si sta diffondendo sempre di più anche nelle aree urbane”.

Si tratta di un tipo di occupazione in controtendenza rispetto alla media, cioè dà lavoro alle categorie storicamente meno favorite”.

“I numeri ci raccontano di cooperative di comunità dove si valorizza in particolare il ruolo dei giovani e delle donne, che spesso rimangono ai margini delle attività produttive. Nel 24% delle cooperative di comunità la presenza femminile nei consigli di amministrazione è almeno al 50%, e nel 33% dei casi va dal 26 al 49%. Mentre gli under 35 rappresentano il 13% dei soci nei consigli di amministrazione”. 

Come si fa ad aprire un’impresa di questo genere”?

“È un processo partecipativo che coinvolge i cittadini. Si coniuga la capacità di sviluppo dell’impresa con i principi cooperativi di base di democrazia, inclusività, partecipazione e intergenerazionalità. Questi principi prendono forme diverse a seconda delle attività e delle caratteristiche dei soci: possono essere di lavoro, di utenza, miste, sociali, agricole, culturali”, quindi abbiamo diverse forme”.

Come si avvia un’operazione di questo genere”?

“I cittadini si consultano sui bisogni della comunità, si interrogano sulle esigenze e cominciano a darsi delle risposte. Legacoop accompagna i gruppi di persone che vogliono avviare questo percorso nello sviluppo dell’idea progettuale fino a farla concretizzare in un’impresa”.

Ci sono oggi incentivi? Agevolazioni? Interventi legislativi”?

“Al momento, a livello nazionale manca una normativa che possa creare un quadro di riferimento chiaro e omogeneo. Ci sono diverse leggi regionali, alcune che prevedono incentivi, ma a livello nazionale c’è un vuoto. Sarebbe opportuno colmarlo per dare la possibilità non soltanto di erogare incentivi ma anche di risolvere alcuni problemi di natura burocratica che impediscono alle cooperative di comunità di accedere a strumenti e progetti di vario genere. Le leggi regionali sono utili ma non sufficienti: non delineano un quadro omogeneo, non tutte vanno nella stessa direzione e non tutte prevedono strumenti di supporto”.

L’intervento può essere ascoltato a questo link.

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