Israa ha avviato un laboratorio per la produzione di prodotti di pasticceria dietetici e gluten free, una piccola rivoluzione per l’area rurale di Tataouine, nel sud della Tunisia. Makram invece ha creato un Atelier di produzione e stampa 3D, e sta intessendo relazioni con i produttori della zona per fornire strumenti tecnologici ed innovativi a supporto dell’agricoltura locale, condizionata dal clima desertico.
Israa e Makram sono due dei giovani di Tataouine che hanno beneficiato del Progetto INDIMEJ, con capofila ARCS Tunisia, in cui Haliéus – struttura di sistema di Legacoop per la cooperazione allo sviluppo – ha mobilitato l’esperienza e le competenze di Legacoop Emilia Romagna attraverso la struttura Innovacoop. Il progetto, finanziato dal ministero dell’Interno italiano, prevede il sostegno alle piccole imprese per i giovani e la diffusione di informazioni sulle opportunità di lavoro e formazione e sulla migrazione responsabile. Durante la settimana dal 9 al 14 Gennaio, 3 mentori (Roberta Trovarelli, Giulio Benvenuti e Marco D’Angelo), accompagnati dallo staff di ARCS e Haliéus, hanno visitato e fornito consulenza alle 13 startup che sono state supportate dal Progetto attraverso un piccolo finanziamento a fondo perduto. La consulenza arriva a valle di un processo di formazione e accompagnamento all’imprenditorialità che ha inizialmente coinvolto oltre 40 giovani per poi selezionare le startup da finanziare sulla base dei business plan sviluppati, sulla scia delle buone pratiche già sviluppate da Legacoop a supporto dello sviluppo di startup in Italia.
Le 13 imprese supportate coprono una diversità settoriale che va dall’agricoltura, al tessile, dall’artigianato al riciclo della plastica. Le imprese incontrate hanno condiviso i loro progetti imprenditoriali dibattendo con i mentori le possibili migliorie da apportare. Così Bilel ha potuto approfondire alcune tecniche e canali di comunicazione per ampliare e fidelizzare i client del suo laboratorio di spezie, migliorando anche il layout del suo negozio per valorizzare i suoi unici prodotti locali.
Durante le visite è stato anche possibile organizzare degli scambi da remoto con imprese italiane attive nello stesso settore grazie al prezioso contributo del mentore Marco d’Angelo, come Khawla e Oumayma, che hanno potuto condividere la loro startup di produzione di indumenti specializzati per matrimoni con la fondatrice di un e-commerce specializzato nel tessile in Italia. Allo stesso modo, Faiza ha potuto dibattere soluzioni per valorizzare l’unicità del suo prodotto tessile, realizzato con tessuti recuperati dagli scarti di produzione.
L’agronomo ed esperto agroalimentare, Giulio Benvenuti ha invece condiviso con le startup del settore agricolo tecniche di coltivazione e soluzioni naturali per miliograre la fertilità del terreno in una zona arida come Tataouine. Su questa scia, la giovane imprenditrice Mabrouka, oltre a vendere piante e prodotti per l’agricoltura, sta sviluppando servizi di consulenza e assistenza agli agricoltori, partendo proprio dalle imprese nate con INDIMEJ.
In un contesto tunisino in cui il modello cooperativo per ragioni storiche trova ancora molte resistenze culturali, il Progetto ha cercato quindi di ripartire dai bisogni dei singoli imprenditori, stimolando la collaborazione tra loro con un approccio mutualistico. La collaborazione del movimento cooperativo italiano con la Tunisia continuerà, anche in vista della progressiva implementazione nel paese della nuova normativa sull’economia sociale, che potrebbe consentire di promuovere progressivamente nel tessuto economico locale valori, principi e modelli cooperative.