Coronavirus: SWG-Legacoop, previsioni negative a sei mesi per il 55% delle cooperative; ma la metà conferma gli investimenti previsti. Lusetti: “Le imprese stanno facendo la loro parte, ma servono interventi rapidi e concreti”

Roma, 25 giugno 2020 – Previsioni in maggioranza negative per l’attività imprenditoriale, soprattutto nella prospettiva a sei mesi, con valori più elevati, a livello settoriale, per i servizi culturali ed il sociale, e, a livello di area geografica, per il Sud.

Ad esprimerle sono le cooperative aderenti a Legacoop, intervistate nel sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra SWG e Area Studi Legacoop per testare opinioni e percezioni della popolazione di fronte ai problemi determinati dall’epidemia.

Il 55% delle cooperative indica previsioni negative per l’attività a sei mesi, con punte del 74% per i servizi culturali e del 63% per le cooperative sociali); valore che scende al 37% per le previsioni a 12 mesi (il 45% per la cultura ed il 40% per le sociali) e al 23% a 24 mesi. Con riferimento all’area geografica, il valore più alto si registra al Sud: 62% delle previsioni negative a sei mesi. 

A fronte di questo quadro, indicazioni più confortanti vengono dalla previsioni relative agli investimenti. Il 49% delle cooperative manterrà quelli programmati e il 18% li aumenterà (valore che sale al 23% per le cooperative sociali e al 24% per le imprese di maggiori dimensioni). Il 33%, invece, prevede una diminuzione, che sarà più consistente per le cooperative manifatturiere (47%) e per quelle di maggiori dimensioni (38%).

Inversa la tendenza delle previsioni positive, che passano dal 4% a sei mesi al 13% a 12 mesi e al 18% a 24 mesi. A livello settoriale, si registrano punte del 24% per l’abitazione e del 23% per le sociali, mentre in riferimento all’area geografica, l’Emilia Romagna fa segnare un 23%, seguita dal Sud con il 22%.

“Dall’inizio della emergenza confrontiamo le percezioni dell’opinione pubblica e delle nostre cooperative” – afferma Mauro Lusetti, Presidente di Legacoop – “Le analisi confermano che nonostante le rilevanti difficoltà le imprese cooperative stanno facendo la loro parte, addirittura confermano gli investimenti in programma per innovare e difendere i livelli occupazionali. Gli Stati Generali sono stati una buona occasione per ascoltare le esigenze del Paese: ora però occorrono interventi rapidi e concreti per affrontare e superare la crisi”.

A partire dalle aspettative espresse, è stato poi chiesto alle cooperative di indicare, per la fase di uscita dall’emergenza e di forzata convivenza con il virus, quali sono le scelte e le azioni che è necessario impostare per riprendere le attività. Il 23% ha indicato l’adeguamento ai protocolli sanitari previsti per il rispetto della sicurezza, il 20% la necessità di diversificare per affacciarsi a nuovi mercati (il 27% nei servizi culturali), il 12% l’aiuto alle imprese con liquidità a fondo perduto (il 21% nel settore costruzioni) e il 10% gli investimenti in innovazione tecnologica e digitalizzazione (il 23% nei servizi culturali).

Agli intervistati è stato inoltre richiesto di pronunciarsi (con tre risposte possibili) su 10 proposte a sostegno della ripresa economica, indicando quelle ritenute essenziali per uscire dalla crisi. Sulla base delle risposte, a guidare la classifica sono gli incentivi al consumo nei settori più colpiti, indicati dal 39% degli intervistati, seguiti dalla sospensione temporanea della tassazione e dagli investimenti pubblici in infrastrutture, industria digitale e green economy (entrambi al 38%). Seguono, al 28%, il potenziamento del fondo di garanzia per le pmi e la sospensione temporanea per mutui e fidi; al 27% l’ampliamento degli ammortizzatori sociali a 12 mesi.

Infine, un focus specifico è stato riservato alle cooperative del settore turistico e culturale (il 13% del campione), alle quali sono state proposte 5 misure a sostegno della ripresa nel settore, chiedendo di indicare (con tre risposte possibili) quelle ritenute essenziali. Al primo posto è il taglio dell’IVA nel settore cultura (con il 65% delle indicazioni), seguito dal bonus o detraibilità per gli acquisti di biglietti per eventi culturali, sportivi e di intrattenimento (60%) e dal bonus vacanza in Italia (43%).

 

 

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