Costi triplicati dei container, meno merci nei porti italiani: la crisi del mar Rosso si abbatte sul cibo made in Italy

Gli attacchi houthi ridisegnano le rotte commerciali: in calo del 43% il passaggio dallo stretto di Suez in favore del Capo di Buona Speranza.

Cristian Maretti (presidente Legacoop Agroalimentare): “Aumentano del 30% i costi per il vino, a rischio l’export delle mele. La Bce deve ridurre i tassi”.

Gli attacchi Houthi nel mar Rosso, da dove transita il 40% dell’import/export italiano, hanno effetti pesanti sullo spostamento delle merci italiane e sui loro costi. Negli ultimi mesi si è avuto una diminuzione del transito dal mar Rosso del 43% cui ha fatto riscontro un +41% di passaggi dal Capo di Buona Speranza. La conseguenza è stato un vertiginoso aumento dei costi che ha significato una contrazione del 17% della marginalizzazione dei porti italiani. (fonte Capitanerie di Porto). 

Noli triplicati, meno merci nei porti italiani. “I noli dei container continuano a registrare aumenti tra i 1500 e i 2000 euro. Adesso siamo arrivati a 4000-5000 euro sulla tratta per gli Emirati Arabi da Trieste-Genova-Vado Ligure. Con l’incognita, poi, di addizionali ulteriori”, commenta Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare. 

Mele a rischio, vino non competitivo per gli extra costi di trasporto. Il problema dei costi e dei tempi si lega alla competitività del cibo made in Italy. «Il rischio è di perdere la vendita delle merci. Nonostante le protezioni militari, alcuni operatori marittimi hanno sospeso la linea che prevede il passaggio da Suez. E quindi la diminuzione dei costi dei trasporti che attendevamo non si è realizzata», spiega Maretti. Per quanto riguarda nello specifico le merci, se non si sono avuti problemi per quanto riguarda l’importazione degli imballaggi», sottolinea il presidente di Legacoop Agroalimentare, “c’è preoccupazione per quanto riguarda la spedizione delle mele dal momento che la seconda parte della campagna di commercializzazione risente in pieno proprio di questa situazione. A subire è anche il vino. Ormai si è stabilizzato l’incremento dei costi di un più 30% visto che il passaggio da Capo di Buona Speranza è diventata una consuetudine. E purtroppo gli operatori ormai lo considerano un extra costo che fa perdere tender su mercati giocati sui millesimi di euro”.

Difficoltà anche per i tempi: situazione complicata. Conseguenza del cambio delle rotte commerciali dovuto agli attacchi houthi alle navi container è l’allungamento dei tempi per la diversa rotta che deve essere seguita, quella da Capo di Buona Speranza, appunto. “La situazione è decisamente ancora molto complicata. Alcune navi continuano a registrare ritardi ed è difficile garantire i 15-20 giorni di navigazione per la penisola araba”, spiega Maretti. “Come alternativa, l’ipotesi di circumnavigare l’Africa è improponibile perché le tempistiche si dilatano in modo sensibile e non si sposano con la qualità dell’ortofrutta: c’è un problema di shelf-life dei prodotti freschi”.

Tassi da rivedere da parte della Bce. Tutto questo “è un elemento in più da considerare da parte della Bce per avviare la politica di riduzione dei tassi perché rimane ormai l’unico spazio di azione per dare una mano ai bilanci delle imprese nel 2024”, conclude Maretti.

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