Per il Wef nasceranno 133 milioni posti di lavoro, più di quelli persi. Almalaurea: “Tornerà l’ingegnere rinascimentale”
La pandemia ha sconvolto il mercato del lavoro portando alla ribalta professioni che solo pochi anni fa non esistevano neanche. Chi avrebbe mai sognato, ad esempio, di diventare un addetto al controllo temperatura, al controllo degli accessi nei locali aperti al pubblico e al distanziamento sociale? Sono solo alcuni dei ruoli in cui è più facile trovare occupazione oggi. Mariangela Lupi, Head of Humanity Development & Education Department di Adecco Group, gruppo leader nei servizi dedicati alla gestione delle risorse umane, dà ad HuffPost una panoramica delle professioni che stanno prosperando nonostante la crisi: “Parliamo delle realtà attive nella logistica e nell’e-commerce, nella grande distribuzione organizzata, nelle telecomunicazioni, nel settore medico farmaceutico e nell’igiene-pulizia. Inoltre stiamo assistendo alla nascita di nuove mansioni nei seguenti ambiti: prevenzione, salute, sicurezza e formazione. Penso ai responsabili per la sicurezza aziendale, i corporate crisis manager, i resilience managers (coloro che di fronte ad una qualsivoglia crisi si assicurano che tutto fili liscio nella gestione del lavoro, ndr) e gli educatori della salute (per formare sui rischi sanitari e sulla prevenzione ad essi connessa). Penso infine a tutti i servizi di supporto a famiglie, persone e aziende, come baby sitter, colf, badanti da un lato e supporto psicologico ed esperti di formazione a distanza dall’altro. Molto richiesti anche i professionisti dell’IT e dei servizi digitali, come app designer e esperti del potenziamento dell’infrastruttura tecnologica”.
Secondo il World Economic Forum, nei prossimi 3 anni, a livello globale, l’evoluzione del mondo del lavoro – accelerata dalla tecnologia, dal digitale e dell’automazione – determinerà la nascita di 133 milioni di nuove opportunità occupazionali, a fronte di 75 milioni di posti di lavoro destinati a scomparire.
Stando al dossier 2020 Unioncamere-ANPAL, il 75% delle aziende italiane dichiara che, per fare fronte alla crisi, nei prossimi sei mesi metterà in campo azioni di reskilling del personale già presente in azienda. “Come abbiamo visto, la crisi sanitaria ha già fatto emergere la necessità di nuovi lavori e mansioni – aggiunge la Lupi -. È quindi fondamentale essere pronti e curiosi di imparare cose nuove, mai viste e a volte lontane dal nostro background di partenza. A questo proposito, penso anche che sia necessario coltivare le proprie competenze trasversali e la propria attitudine al lavoro. Alla luce degli sconvolgimenti degli ultimi mesi, la capacità di adattamento, l’apertura mentale, la curiosità e la resilienza sono skill fondamentali per entrare e avere successo nel mondo del lavoro”.