Il giudizio dell’Alleanza delle cooperative sul decreto Lavoro è sostanzialmente positivo, lo abbiamo accolto con favore. Ha esordito così oggi in audizione in commissione Sanità/Lavoro del Senato il responsabile Lavoro e Relazioni Industriali di Legacoop Antonio Zampiga, ascoltato in rappresentanza dell’Alleanza nell’ambito dell’esame del provvedimento, che si trova in prima lettura presso il gruppo di lavoro.
Taglio del cuneo fiscale. “È un taglio consistente e che aiuta i dipendenti e i lavoratori con redditi medio bassi ad affrontare questo periodo di alta inflazione. Però c’è la necessità anche di un intervento in favore delle cooperative e delle imprese in generale. Su questo noi proponiamo da tempo la detassazione degli aumenti contrattuali per i CCNL. In questo momento c’è grande difficoltà ad affrontare tavoli contrattuali, ma non perché non ci sia volontà di rinnovarli, ma perché di fatto le imprese si trovano sostanzialmente strette tra l’incudine e il martello: l’incudine è l’aumento del caro energia, dei prezzi delle materie prime, e il martello è il rischio del calo dei consumi con l’inflazione che galoppa. Quindi la necessità è non solo di riconoscere ai lavoratori, ma anche ai soci delle nostre cooperative, un salario maggiore detassando. È chiaro che un intervento di questo tipo aiuterebbe molto i rinnovi contrattuali in una stagione sicuramente molto complicata”.
Welfare. “È evidente che l’intervento che è stato fatto l’anno scorso, di innalzamento a 3mila euro del tetto ai fringe benefit, ha messo in condizione molte nostre cooperative di riconoscere ai lavoratori dei benefici che sono arrivati in un periodo molto difficile, in cui tutti i lavoratori avevano subito il taglio e l’erosione del proprio potere d’acquisto”.
Sulle modifiche al decreto dignità (dl 87/2018). “Da anni chiediamo di ritrovare l’accordo che avevamo trovato con le parti sociali sulla necessità di includere nella contrattazione collettiva le causali che ogni settore ha necessità di inserire in virtù delle proprie caratteristiche e peculiarità. Ritornare a quella possibilità per noi è un grosso passo in avanti. Siamo però preoccupati in merito al vulnus che può creare la concessione di sviluppare patti individuali fino all’aprile del 2024 introdotta dal nuovo decreto. Qui bisogna vigilare per fare in modo che quei patti e quello strumento non siano utilizzati in maniera strumentale o oltre quelle che possono essere le finalità della norma”.
Incentivi. “Bene tutti gli incentivi per l’inserimento lavorativo dei soggetti con disabilità e bene anche la valorizzazione del partenariato privato-sociale. Bene gli incentivi ai giovani under 30, accogliamo con favore anche lo sviluppo che va nella direzione di incentivare il partenariato pubblico privato.
Nuovo assegno di inclusione. “Dobbiamo tener conto che nella misura coesistono due sostanziali popolazioni: da una parte coloro che vivono una condizione di povertà e che non possono in ogni caso accedere, per loro condizione personale, al mondo del lavoro; dall’altra, i soggetti che sono occupabili. Questo strumento deve avere la capacità di cogliere le necessità differenti delle due popolazioni e di renderle fondamentalmente integrabili. Quindi dovrebbero essere previste alcune modifiche. Sicuramente da riconsiderare è la durata del tempo di inserimento nel caso in cui si presenta la possibilità di essere occupati, serve un tempo sufficiente per garantire il percorso. Inoltre, quando si parla di offerta di lavoro congruo, bisogna ponderare. È chiaro che accettare un’offerta di lavoro con impiego di durata superiore a 12 mesi a distanze siderali da casa, con l’applicazione di un contratto collettivo che può prevedere, ad esempio, una retribuzione di 1100 euro al mese, non può essere sostenibile. E rifiutare o negare il reddito a che non accetta significa sostanzialmente rendere inefficace la misura, di questo dobbiamo essere molto molto consapevoli.
Autoimprenditorialità e formazione. “Ricordiamo anche che la cooperazione, o la creazione di nuove cooperative, genera occupazione. Noi abbiamo un fenomeno che è tutto nostro, e che è quello dei workers buyout, ovvero lavoratori che decidono di subentrare, in caso di crisi, nella gestione di impresa creando una cooperativa. Abbiamo accolto con favore la riproposizione delle norme sull’autoimprenditorialità, che erano già previste in relazione al reddito di cittadinanza. Segnaliamo però che si attende ancora il decreto attuativo della vecchia norma, speriamo che questa possa procedere con una velocità diversa. Bene inoltre il rifinanziamento del Fondo nuove competenze, noi riteniamo che i fondi interprofessionali siano un pezzo importante per riqualificare i lavoratori e rilanciare la produttività”.
Previdenza. “È la grande assente di questo decreto, non se ne parla minimamente. È una scelta politica di cui prendiamo atto, però ci aspettiamo a brevissimo l’apertura di un confronto netto, sincero e franco che metta in condizione tutte le parti di lavorare su un tema veramente molto complicato e difficile come quello della previdenza, con un approccio che coniughi la sostenibilità del medio-lungo periodo del Paese, ma anche la necessità di assicurare un futuro alle persone che in questo momento lavorando garantiscono il funzionamento del Paese”.
Sicurezza sul lavoro. “Va bene aumentare il livello di sicurezza nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, dobbiamo lavorare per la sicurezza non soltanto degli studenti ma anche di tutti i lavoratori. Però ricordiamoci che c’è una sottile linea rossa, che è opportuno tenere bene in considerazione: ci sono interventi che aumentano il livello di sicurezza e interventi che aumentano il livello di burocrazia che c’è all’interno delle imprese. Noi pensiamo che, in un momento in cui non si trova personale, immaginare previsioni che rendono più complicato l’incontro tra imprese e studenti per garantire l’inserimento nel mercato del lavoro, sono da ponderare con estrema attenzione“.