Oggi ci sono 2 milioni di anziani che si trovano in condizioni di isolamento ma nel 2050 su una popolazione di 54,4 milioni di persone un italiano su 10 non sarà autosufficiente. Lo afferma l’Alleanza delle cooperative che sottolinea come sia “indispensabile” farci trovare preparati e “potenziare con tempestività le filiere preposte all’assistenza in chiave di integrazione multidisciplinare ed intersettoriale”.
In un’audizione in commissione Sanità/Lavoro del Senato sul primo schema di decreto legislativo che attua la legge 33/2023 (delega al governo in materia di tutela degli anziani), l’Alleanza delle Cooperative Italiane – rappresentata da Legacoopsociali, Confcooperative Federsolidarietà, Confcooperative Sanità, AGCI Impresa Sociale – ha sottolineato che la legge 33 ha avuto il merito fondamentale di tradurre in un atto normativo l’approccio olistico necessario allo sviluppo delle politiche di assistenza per gli anziani e in particolare per quelli non autosufficienti e che ora “è essenziale che i ministeri competenti varino tutti i provvedimenti attuativi con tempestività”. Sul tema dell’accreditamento delle strutture sociosanitarie, l’Alleanza chiede che si punti sulla qualità delle prestazioni da erogare. Tra i correttivi da apportare all’impianto normativo, secondo la cooperazione, c’è quella di trovare forme evolute per sviluppare la continuità tra sociale e sanitario, tra ospedale e territorio, mettendo al centro il progetto personalizzato di vita e di autonomia delle persone. È fondamentale – conclude l’Alleanza delle cooperative – incrementare i fondi a disposizione, anche al fine di valorizzare la qualità dei servizi e il lavoro sociale.