Roma, 22 aprile 2024 – Ricomprendere la cooperazione tra i soggetti dell’economia sociale riconoscendole un ruolo di traino, supportare le stazioni appalti pubbliche per favorire un adeguamento delle tariffe, continuare a investire su lavoro, energia e green. Sono tra i principali temi affrontati il 22 aprile nel corso dell’audizione dell’Alleanza delle Cooperative sul Def in commissione Bilancio a Montecitorio.
Economia sociale Nel corso del 2024 andranno a regime alcune delle iniziative contenute nel Piano di azione Ue per l’Economia Sociale. Entro due anni anche l’Italia si dovrà dotare di una Strategia Nazionale sull’Economia sociale alla quale anche la cooperazione dovrà dare un suo apporto. Inoltre, occorrerà individuare una infrastruttura istituzionale di riferimento sia a livello nazionale sia a livello locale. Il DEF dovrà iniziare a definire la strategia di bilancio per attuare le indicazioni della Raccomandazione UE.
La “cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata” deve essere ricompresa entro la categoria dei “soggetti dell’economia sociale”. La cooperazione può giocare un ruolo di “traino” nei confronti dell’economia sociale nel suo complesso, spronando i soggetti che la popolano ad essere ad un tempo attori dello sviluppo e della coesione sociale, promotori di innovazione e non solo garanti dell’equilibrio sociale.
Appalti Abbiamo positivamente accolto il nuovo codice dei contratti pubblici, perché abbiamo ritenuto importante per noi l’inserimento del principio di conservazione dell’equilibrio contrattuale. Il principio trova una duplice declinazione nei due diversi istituti della revisione prezzi e della rinegoziazione. Quanto alla revisione prezzi, è altrettanto positivo il ritorno all’obbligatorietà dell’inserimento delle clausole di revisione prezzi all’interno dei bandi di gara (ex art. 60 del d.lgs. 36/23), dopo la facoltatività prevista dal d.lgs. n. 50/2016. Purtroppo, però, occorre evidenziare che, soprattutto nel settore dei servizi, l’applicazione delle nuove tutele, valide ovviamente solo per i nuovi appalti, lascia scoperti tutti quegli affidamenti pluriennali privi di clausola di revisione prezzi e sottoposti nell’ultimo biennio ad una crescita dei costi trainata da un’inflazione a due cifre e dal conseguente aumento delle retribuzioni derivante dal doveroso rinnovo dei contratti collettivi. Il caso del rinnovo del CCNL della cooperazione sociale è il più eclatante: grandissima attenzione ai lavoratori e quindi un invito alle PA perché prestino attenzione ai nuovi costi derivanti dai rinnovi. Occorre che il DEF supporti finanziariamente le amministrazioni per consentire loro di adeguare i contratti sottoscritti con le imprese, soprattutto in settori delicati come quello dei servizi sociali.
Lavoro Per evitare che lo sforzo messo in campo da associazioni ed imprese risulti vano, è assolutamente importante prevedere una proroga delle misure varate nel corso degli ultimi anni per il taglio del cuneo fiscale, immaginando una loro dimensione strutturale. Proprio in quest’ultimo ambito occorre continuare a garantire supporto alle società cooperative costituite da lavoratori provenienti da aziende in crisi (c.d. operazioni di “workers buy out”) e da aziende i cui titolari intendano trasferire la titolarità dell’impresa ai lavoratori medesimi al fine di 8 garantire il passaggio generazionale, in continuità con quanto previsto dalla Legge n. 49/85 (c.d. Legge Marcora).
Fisco Siamo favorevoli ai principi della riforma fiscale, lo abbiamo più volte dichiarato. Chiediamo tuttavia che si mediti seriamente sugli effetti della soppressione dell’ACE e si prevedano efficaci misure compensative. La misura ha effetti significativi sulle cooperative, al punto da determinare a regime un maggior carico Ires sul movimento di quasi 100 milioni di euro. Pertanto, a regime, il maggior carico fiscale in media sopportato dalle cooperative si attesterà su un più 17%
Energia e Ambiente Occorre un rafforzamento delle misure finalizzate alla sicurezza energetica e un’attuazione improntata alla prudenza sia del processo di decarbonizzazione e di riduzione delle emissioni, sia di una maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili, con l’individuazione di strumenti di garanzia funzionali ad una maggiore resilienza del sistema energetico. In tale contesto, se, quindi, risulta comprensibile e condivisibile l’approccio adottato negli anni passati a livello nazionale, con interventi emergenziali e di breve periodo, dall’altro lato va sottolineata l’esigenza di programmare e mettere in campo azioni di carattere strutturale di medio-lungo periodo.