“Oltre alla questione dei danni diretti alle imprese colpite dall’alluvione, c’è quella dei danni indiretti. Il territorio ha subito ferite profonde: su 5 aree interne dell’Emilia-Romagna, 3 vedono Comuni coinvolti. Le frane, le strade distrutte hanno impedito alle comunità di essere raggiunte, c’è dunque una situazione in cui, oltre ai danni subiti dalle imprese, alle persone non è ancora consentito raggiungere i luoghi di lavoro“. Lo ha sottolineato oggi, 20 giugno, Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia-Romagna, intervenendo con la delegazione di Alleanza delle cooperative, guidata dal presidente Maurizio Gardini, in audizione in commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame referente in prima lettura del decreto legge con misure urgenti per far fronte all’alluvione avvenuta a metà marzo.
“Occorre dunque una maggiore attenzione ai tempi necessari per erogare gli ammortizzatori sociali introdotti dal decreto per i danni indiretti e dunque per l’impossibilità di raggiungere i luoghi di lavoro”, ha aggiunto Montroni. “Ci sono comunità che rischiano molto, dopo aver fatto investimenti, e proprio noi, come Alleanza delle cooperative, abbiamo investito su quelle comunità attraverso la creazione di comunità energetiche rinnovabili, attraverso le cooperative di comunità: c’è il pericolo che diventino territori a fallimento di mercato. Se non si interviene in fretta, si creerà sfiducia tra i cittadini”.
Tre i princìpi cardine secondo cui gestire la fase emendativa del decreto legge secondo Montroni, e che saranno ripresi dagli emendamenti che l’Alleanza presenterà:
- essere vicini ai territori in una fase in cui la ricostruzione si sovrappone all’emergenza, con luoghi decisionali in prossimità dei luoghi colpiti;
- intervenire subito rendendo esigibili le risorse messe a disposizione con il decreto legge, che vanno potenziate;
- fare uno sforzo corale, coinvolgendo tutti gli stakeholders e mettendo il commissario per la ricostruzione in condizione di lavorare.
“Le risorse allocate ad oggi appaiono ancora inferiori al fabbisogno” ha affermato invece Maurizio Gardini. “Parliamo, infatti, di circa 1,6 mld di euro rispetto agli oltre 2 miliardi annunciati che sarebbero, comunque, insufficienti rispetto ai danni che hanno interessato famiglie, imprese e infrastrutture dell’area colpita. Dalla definizione dell’area colpita, alla moratoria mutui, dalla liquidità da assicurare dalla filiera agroalimentare a quella del welfare, passando per la rivisitazione degli ammortizzatori sociali evidenziamo sei misure di intervento immediato”.
Necessario, secondo il presidente dell’Alleanza, “definire con esattezza il perimetro dell’area danneggiata, accertandosi che non siano state escluse parti di territorio o di costa. Da evitare anche l’ampliamento indiscriminato che andrebbe a ripercuotersi su efficacia e giustizia delle misure. Va riservata un’attenzione particolare alle aree interne: è urgente intervenire, con risorse adeguate, per sostenere l’economia di quei territori ora difficilmente raggiungibili per le oltre mille frane che si sono prodotte e per le strade distrutte”.
E ancora: “Bisogna intervenire sulla moratoria mutui: il periodo di sospensione fissato al 30 giugno è troppo breve. Bisogna anche chiarire che il costo degli interessi non sia a carico del solo sistema bancario e, soprattutto, evitare il rischio che le imprese che accedono alla moratoria vengano riclassificate in una situazione di merito creditizio peggiorativa”.
“Le Banche locali e di territorio, come le 10 Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia Romagna che dispongono di ben 394 sportelli, il 40% dei quali nelle aree alluvionate”, secondo Gardini “sono imprese danneggiate al pari delle altre. È quindi opportuno che ricevano l’attenzione e la cura che si riserva alle imprese di tutti gli faltri settori”.
“La filiera agroalimentare ha bisogno di liquidità. Per questo motivo chiediamo un esonero contributivo e previdenziale a favore dei datori agricoli che operano nelle sedi del ‘cratere’, delle imprese della pesca e dell’acquacoltura attive nelle acque interne, marittime e lagunari che sono fuori dal cratere, ma comunque ricadenti nelle aree per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza”. Quanto agli ammortizzatori sociali per i lavoratori subordinati del settore privato “occorre evitare applicazioni paradossali che escludono l’applicazione della misura alle imprese che hanno subito una riduzione dell’attività o ai lavoratori di aziende non colpite dall’alluvione residenti al di fuori dei comuni dell’area alluvionata, ma che non hanno potuto raggiungere il luogo di lavoro per l’interruzione delle strade”.
“Sui servizi educativi, socio assistenziali, socio sanitari e sanitari le Pa devono prevedere una remunerazione automatica e non rimessa alla discrezionalità della PA perlomeno con riferimento alle spese incomprimibili”, ha concluso Gardini.