Roma, 23 luglio 2020 – “Produrre uno scatto in avanti degli investimenti pubblici del nostro Paese”, è quanto confida venga prodotto dal Decreto-Legge sulle Semplificazioni l’Alleanza delle Cooperative Italiane Produzione e Servizi (Agci Produzione e Lavoro, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi).
Il decreto cerca di affrontare positivamente molte delle criticità che finora hanno impedito la realizzazione in tempi ragionevoli delle opere pubbliche, sia per quanto riguarda le fasi a monte che a valle delle gare di appalto.
“Apprezziamo – sottolineano i vertici di Alleanza Cooperative Produzione e Servizi – gli snellimenti delle procedure delle Conferenze dei Servizi e della Valutazione di Impatto Ambientale, i chiarimenti delle responsabilità dei funzionari pubblici, la velocizzazione del processo amministrativo, la razionalizzazione della fase di esecuzione e, in parte, anche le misure di contenimento dei problemi derivanti dalla fase di emergenza sanitaria finora vissuti (pagamenti, aggiudicazioni gare in corso, anticipazioni finanziarie)”.
Anche le correzioni al Codice dei Contratti Pubblici, esclusa la pericolosa modifica sull’articolo 80 relativa alla correttezza fiscale, e la proroga di alcune misure del decreto sblocca cantieri – pur nel discutibile contesto di continua modificazione e difficile tenuta di un profilo coerente ed organico – sono condivisibili.
“Le misure che riguardano lo snellimento delle gare e l’estensione dell’utilizzo delle procedure negoziate meritano invece un giudizio più articolato – continua Alleanza Cooperative Produzione e Servizi – e in particolare riteniamo che stabilire una soglia unica per lavori, forniture e servizi sia incongruo: la disciplina dei lavori ha una soglia di 5,3 milioni di euro, i servizi di 214.000”.
Per i lavori, incrementare la responsabilità delle amministrazioni rappresenta una delle possibili misure di velocizzazione degli affidamenti che il tempo che stiamo vivendo richiede, pur sacrificando un po’ la concorrenza, anche se con le misure di deroga settoriali, praticamente generalizzate, negli appalti per le infrastrutture, si è andati un po’ oltre.
Invece, l’innalzamento della soglia degli affidamenti diretti fino a 150.000 euro rischia, soprattutto nell’ingegneria e nella progettazione e nei lavori sui Beni Culturali, di far sparire la maggior parte del mercato (il 70% circa), favorendo altresì rapporti poco trasparenti tra le amministrazioni e i professionisti e penalizzando l’ingegneria organizzata che, nel nuovo mondo che l’innovazione tecnologica sta producendo, rappresenta uno dei perni della qualità del sistema delle opere pubbliche.
Nelle altre tipologie di servizi ad alta intensità di manodopera, gli affidamenti diretti suscitano qualche preoccupazione, soprattutto in quelli con basse soglie di accesso al mercato, che andrebbero riequilibrate con particolare attenzione agli elementi di affidabilità aziendale.
“Auspichiamo, pertanto, – conclude Alleanza Cooperative Produzione e Servizi – che durante l’iter di conversione parlamentare, il testo mantenga la sua ampiezza di proposte e corregga quelle misure sproporzionate rispetto ai condivisibili obiettivi di semplificazione che il provvedimento persegue”.