DL Sostegni bis: Alleanza Cooperative, estendere contributo a fondo perduto a imprese labour intensive; decontribuzione per il settore cultura; lasciare a datori di lavoro scelta se pagare o meno i contributi addizionali per la CIG

Roma, 28 maggio 2021 – Considerare, tra i destinatari del contributo a fondo perduto, anche le imprese labour intensive, ovvero che dimostrino di avere un costo del lavoro non inferiore al 50% dei costi complessivi; adottare lo stesso criterio, anziché la soglia dei 499 lavoratori, per l’applicazione delle misure in tema di liquidità, in particolare ai fini della Garanzia Fondo PMI di finanziamenti a medio-lungo termine e per lo sviluppo di canali alternativi di finanziamento; definire misure più mirate ed efficaci, ad esempio con l’istituzione di un fondo ad hoc, per la crisi dei comparti dei servizi di mensa, ristorazione e pulizia, duramente colpiti dalle misure di contenimento della pandemia e dalla diffusione dello smart working che svuota le sedi di lavoro; estendere il credito di imposta per la sanificazione e l’acquisto di DPI anche alle spese sostenute dalle imprese per approntare gli hub vaccinali e per le spese dirette di organizzazione del servizio; prevedere una misura parallela per le imprese di medie dimensioni che hanno avuto un  ristoro pressoché nullo delle spese per i DPI.

Sono alcune delle proposte di modifica al DL Sostegni bis avanzate dall’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione presso la Commissione Bilancio della Camera.

L’Alleanza valuta positivamente il potenziamento, con caratteristiche innovative, dell’Aiuto alla Crescita Economica (ACE), che accoglie una sollecitazione espressa più volte, ma giudica poco condivisibili alcuni profili riguardanti il complesso funzionamento dell’istituto che possono ridurne l’efficacia delle sua funzione di sostegno alla patrimonializzazione delle imprese, particolarmente importante in questa fase. Si tratta, in particolare, della soglia quantitativa per la fruizione dell’ACE: il limite della variazione in aumento, fissato ad un importo di 5 milioni, viene infatti previsto in modo del tutto indipendente dall’ammontare del patrimonio netto risultante dal bilancio di esercizio.

Per ciò che riguarda il Superbonus, l’Alleanza propone di estendere le ulteriori proroghe, attualmente previste per gli IACP, anche alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa, ed alle ONLUS, con particolare riferimento alle cooperative sociali, superando alcune criticità interpretative che limitano fortemente il diritto delle cooperative sociali – espressamente riconosciuto per legge – di fruire del Superbonus.

Sul piano delle misure per il lavoro, l’Alleanza delle Cooperative ha espresso soddisfazione per l’abbassamento a 100 lavoratori della soglia per l’utilizzo del contratto di espansione, strumento utile per consentire il ricambio generazionale nelle imprese. Ritiene però necessaria una semplificazione delle procedure per accedere alla misura, proponendo che il contratto venga sottoscritto dalle organizzazioni sindacali territoriali, coinvolgendo il Ministero del Lavoro attraverso una comunicazione o con l’intervento degli Ispettorati Territoriali.

Per quanto riguarda le disposizioni in materia di trattamenti di integrazione salariale e di esonero dal contributo addizionale, l’Alleanza delle Cooperative ha avanzato forti perplessità rispetto alla proroga del blocco dei licenziamenti fino al 31 dicembre 2021 per datori di lavoro che ricorrono ad ammortizzatori sociali CIGO e CIGS senza il pagamento della contribuzione addizionale, mettendo in discussione il punto di equilibrio già raggiunto mesi fa, in un’ottica di certezza per le imprese. In via subordinata, si potrebbe quantomeno lasciare la facoltà per le imprese di richiedere i trattamenti ordinari di CIGO e CIGS optando per il pagamento del contributo addizionale, ma senza vedersi obbligate al contestuale rispetto del divieto di licenziamento.

Relativamente al contratto di rioccupazione, rilevando il suo carattere di bonus occupazionale di durata limitata, l’Alleanza ribadisce la necessità di intervenire su una riduzione strutturale del costo del lavoro per le imprese con riferimento al personale in forza e non solo con una tantum per periodi limitati in favore di nuovi assunti. La misura, in ogni caso, può avere delle potenzialità a patto che sia accompagnata da una adeguata riqualificazione del lavoratore e, dunque, da una formazione di qualità. In questo senso sarebbe necessario eliminare il prelievo dell’0,3% della contribuzione destinata ai fondi interprofessionali, per metterli in condizione di svolgere al meglio la loro funzione.

Infine, l’Alleanza ha chiesto con forza di estendere la decontribuzione prevista per i settori del turismo e degli stabilimenti termali e del commercio -come era stato richiesto da un ordine del giorno approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato sottoscritto da tutta la maggioranza- anche al settore attiguo dei beni culturali e dei servizi ad essi legati, che hanno subito gli stessi drammatici effetti della pandemia e delle chiusure ad essa legate.

 

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