Dopo il 9 giugno: la vera alternativa europea

“Nei negoziati per l’elezione del Presidente della Commissione e l’approvazione di tutta la Commissione, la nomina dell’Alto Rappresentante e del Presidente del Consiglio europeo deve prevalere un’intesa fra le grandi culture democratiche che si richiamano all’universalismo cristiano, all’internazionalismo socialista, al cosmopolitismo liberale e all’ambientalismo transnazionale escludendo gruppi europei e partiti nazionali che propongono un modello fondato sulla sovranità assoluta degli Stati e sull’Europa delle nazioni”. È quanto si legge in un comunicato stampa del Movimento europeo, e cioè la sezione italiana del Mouvement Européen, espressione di tutte le forze democratiche – partiti, sindacati e associazioni – impegnate nel nostro Paese per il conseguimento dell’unità europea.

“Non basterà tuttavia quest’intesa per estirpare le radici delle proteste che hanno spinto in avanti i movimenti di destra e di estrema destra soffiando sulle paure legate alle politiche migratorie, alle conseguenze economiche e sociali della conversione ecologica, alle insicurezze interne ed esterne e alla crescita delle diseguaglianze sociali. L’obiettivo deve essere quello di difendere l’avvenire delle nostre democrazie in un continente scosso dalle guerre, dai rischi delle devastazioni provocate dai cambiamenti climatici e dalla insostenibilità delle politiche nazionali.

Un primo importante ed urgente segnale deve essere la decisione di cambiare l’ordine delle presidenze del Consiglio dell’Unione a partire dal 1° luglio 2024. Se non fosse mutato quest’ordine Viktor Orban e i suoi dodici ministri (fra cui una sola donna) potrebbero infatti coordinare l’azione dei governi nei consigli specializzati cooperando con il Presidente del Consiglio europeo e presiedendo le procedure di conciliazione legislative con il Parlamento europeo, i negoziati per il bilancio europeo, le sessioni semestrali di valutazione del rispetto dello Stato di diritto e il controllo del rispetto delle condizionalità legate alla realizzazione del NexGeneration EU.

La maggioranza qualificata nel Consiglio europeo – constatando che il governo ungherese agisce in “violazione grave e persistente dei valori iscritti nell’articolo 2 del Trattato sull’Unione”, che non rispetta il principio della cooperazione leale e che la sua gestione rischierebbe di paralizzare il funzionamento dell’Unione come è stato ripetutamente affermato dal Parlamento europeo anche tenendo conto delle ripetute condanne del governo ungherese da parte della Corte di Giustizia – deve decidere, al più tardi il 27 e 28 giugno, che la presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione deve essere assunta dal governo della Polonia nel quadro del trio con Danimarca e Cipro.

Per evitare inoltre il rischio che l’Unione possa virare verso un indebolimento delle regole democratiche è necessario un patto fra Parlamento europeo e Commissione fondato su una vera alternativa europea legata ad uno sviluppo socialmente sostenibile, un bilancio che garantisca beni pubblici attraverso vere risorse proprie, il completamento della conversione ecologica e delle transizioni digitale ed energetica, la convergenza delle economie come condizione per la competitività europea e l’autonomia strategica europea con particolare riferimento alla politica estera e alla dimensione della difesa in un mondo multipolare.

La finalità di questo patto deve essere una riforma costituzionale prima dell’allargamento usando un metodo che coinvolga il Parlamento europeo con i parlamenti nazionali insieme alla democrazia partecipativa attraverso lo strumento delle ‘convenzioni di cittadini europei’”.

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