Roma, 30 novembre 2021 – Rallenta l’ottimismo degli italiani riguardo alla situazione economica del Paese nei prossimi sei mesi, mentre sono di segno decisamente più positivo le attese per il medio lungo periodo, in linea con la percezione che saranno necessari un paio di anni perché la ripresa dispieghi tutti i suoi effetti.
È quanto risulta da un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’AreaStudi dell’associazione insieme con il partner di ricerca IPSOS.
La percentuale di chi ritiene che la situazione economica migliorerà nel prossimo semestre (36%) è di soli quattro punti superiore a quella di chi si aspetta un peggioramento (32%). Una chiara inversione di tendenza rispetto all’inizio dell’estate (giugno 2021), quando le aspettative positive riscontravano il 41% dei consensi e quelle negative il 28%. Un risultato su cui influisce, probabilmente, l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche che si è tradotto in un deciso rincaro delle bollette e in un rialzo dei prezzi al consumo, con un’inflazione che ad ottobre ha messo a segno un +3%. Va comunque ricordato che, rispetto ad un anno fa, le aspettative sono decisamente migliorate. A novembre 2020, infatti, la percentuale di chi prevedeva un peggioramento della situazione economica a sei mesi era del 66% (contro il 32% attuale), mentre le aspettative positive si fermavano al 14% (contro il 36% attuale). Rispetto al dato medio generale, il maggiore ottimismo si registra tra i residenti nel Nordest (41%), mentre la situazione di maggiore difficoltà si esprime nel Centrosud, dove i pessimisti (33%) superano di un punto gli ottimisti.
Questo andamento tendenziale trova conferma anche nelle aspettative relative alla situazione economica personale/familiare nei prossimi sei mesi, attesa in miglioramento dal 29% degli intervistati (erano il 17% un anno fa), in peggioramento dal 23% (erano il 43% a novembre 2020).
“Siamo a un incrocio pericoloso, occorre sangue freddo” – afferma Mauro Lusetti presidente di Legacoop – “le nostre imprese, come tutto il sistema produttivo, anche in questi giorni ci confermano il persistere di un alto tasso di fiducia. Nonostante le anomalie su prezzi e rifornimenti, è ovvio che la ripresa dei mesi scorsi prosegue, e per fortuna. D’altra parte, oltre alla fiducia nell’economia, l’incertezza sanitaria rinfocola la preoccupazione degli italiani e rischia di produrre contraccolpi inquietanti. In questo momento, ancora più che nei momenti più bui dell’emergenza, occorrono una cura e un senso di responsabilità altissimo non solo nel gestire ma pure nella comunicazione e nell’informazione. Proprio perché il virus è una variabile imprevedibile, servono meno parole e illazioni. Vaccino e fiducia sono le sole vere armi di cui disponiamo, usiamole bene.”
Migliore il quadro relativo alle previsioni per i prossimi tre anni, con il 50% degli intervistati che si attende un miglioramento (il 52% tra i residenti al Nordovest e al Centronord), contro il 20% di chi prevede un peggioramento. Un panorama in linea con le aspettative per la ripresa dalla crisi economica generata dalla pandemia, che il 28% degli intervistati (il 35% tra i residenti al Nordest) ritiene dispiegherà pienamente i suoi effetti tra un paio d’anni, contro il 18% di chi indica in 10 anni il tempo necessario ad un’uscita compiuta dalla crisi. Solo l’8% la colloca già al prossimo anno.
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