Economia: aspettative in miglioramento nel breve e nel lungo termine, resta bassa la fiducia complessiva nelle istituzioni. Lusetti: “riforme del PNRR terreno ideale per dimostrare che si può cambiare il Paese” I risultati dell’Osservatorio Area Studi Legacoop-Ipsos

Roma, 5 luglio 2021 – Migliora la percezione della direzione complessiva verso la quale si sta muovendo il Paese; quella relativa alla situazione economica registra ancora valutazioni prevalentemente negative, ma evidenzia aspettative in miglioramento per il breve termine e, in modo più marcato, per i prossimi tre anni. A fare da sfondo, un livello complessivo di fiducia nelle istituzioni ancora piuttosto basso.

È quanto risulta da un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’AreaStudi dell’associazione insieme con il partner di ricerca IPSOS.

Rispetto a novembre dello scorso anno, la percentuale di chi non è convinto sulla direzione intrapresa dall’Italia scende, a maggio2021, dal 60% al 52%, mentre sale dal 22% al 26% quella di chi esprime una percezione positiva. Per quanto riguarda la valutazione degli italiani relativa alla situazione economica del Paese, misurata su una scala di voti da 1 a 10 (da 1 a 3 giudizio molto negativo, da 4 a 5 abbastanza negativo, da 6 a 10 positivo), il 52% esprime un giudizio abbastanza negativo (+ 3 punti percentuali rispetto a novembre 2020), il 29% un giudizio molto negativo (ma con un calo di 7 punti) e il 10% un giudizio positivo (1 punto percentuale in meno).

Dinamiche analoghe a quella riscontrata per la percezione della direzione intrapresa dal Paese, ma con indicazioni molto più evidenti di evoluzione in senso positivo, sono quelle registrate riguardo alle prospettive dell’economia. Per quanto riguarda le aspettative a sei mesi, la percentuale dei pessimisti, ovvero di chi teme un peggioramento, quasi si dimezza, passando dal 66% di novembre dello scorso anno al 36% di maggio 2021, mentre quella di chi prevede un miglioramento è più che raddoppiata passando, nel periodo considerato, dal 14% al 31%. Per il 23% la situazione economica dei prossimi sei mesi resterà invariata; il 10% non esprime valutazioni.

Insomma, una chiara inversione di tendenza che si rafforza ulteriormente riguardo all’andamento dell’economia nei prossimi tre anni, con la percentuale di chi si aspetta un miglioramento che sale al 53%, mentre scende al 18% quella di chi prevede un peggioramento.

“L’emergenza sanitaria è stata lunga, piena di imprevisti e di preoccupazioni inedite. E le sue conseguenze economiche e sociali si annunciano profonde”, afferma Mauro Lusetti, Presidente di Legacoop. “L’impressione generale, però -aggiunge- è che finalmente abbiamo scollinato. Hanno avuto un ruolo centrale, ovviamente, le vaccinazioni e il PNRR. Ma attenzione: quest’ultimo è importante sia direttamente sia indirettamente, per il clima che attorno ad esso si è creato, un clima di fiducia e attesa che, come sappiamo, è fondamentale nel nostro Paese che quando crede fortemente in qualcosa è capace di iniziative straordinarie. Con un caveat: la perdurante e profonda sfiducia, delusione, quasi fastidio per le istituzioni o, meglio, per le “classi dirigenti” italiane. Non che non sia meritata; il ciclo che ora si apre, però, può essere l’occasione per affrontare anche questo punto come una priorità; in fondo il PNRR è soprattutto un piano di riforme, un terreno ideale per invertire una sfiducia forse atavica nella capacità di cambiare l’Italia.”

Per quanto riguarda il giudizio complessivo sulle istituzioni del Paese, infatti, oltre la metà degli italiani dichiara di non avere fiducia nelle istituzioni, mentre il 42% esprime una valutazione positiva.

Rispetto alla media generale, si registrano, naturalmente, giudizi specifici differenziati. Ai primi tre posti della classifica figurano istituzioni di garanzia: la Polizia (65%), i Carabinieri (64%), le Forze Armate (63%). La quarta posizione è occupata da un’autorità spirituale: Papa Francesco (58%). Seguono, ad appena un gradino di distanza (57%), la Guardia di Finanza, la Scuola e l’Università. Seguono due istituzioni territoriali: il Comune (56%) e la Regione (54%). A ruota, il Presidente della Repubblica, con il 53%. Le posizioni successive segnano un distacco via via più ampio dalle prime nove. Al 10° posto, a pari merito, figurano la Corte Costituzionale e le Associazioni e organizzazioni non profit (42%), seguite dalla Corte dei Conti (39%), le organizzazioni internazionali (come ONU e OCSE, 38%), l’Unione Europea (36%), la Magistratura (35%). Appena un gradino sotto, a pari merito, il Parlamento Europeo e la Chiesa Cattolica (34%), seguiti a ruota da altre due istituzioni europee, la Banca Centrale Europea e la Commissione UE (33%), che precedono le assemblee elettive nazionali italiane: Senato della Repubblica (29%) e Camera dei Deputati (27%).

La parte finale della classifica è occupata dalle istituzioni economiche, con in testa la Borsa italiana (27%), seguita dalle banche (25%), dalle associazioni imprenditoriali (24%), da Confindustria (23%), Cgil (20%), sindacati nel loro complesso (19%), Cisl (16%) e Uil (16%).

All’ultima posizione figurano i partiti politici con il 16%.

 

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