Economia: il risparmio obbligato dal lockdown e gli incentivi fiscali spingono gli investimenti in edilizia residenziale (+42% nell’estate 2020); tendenza immutata fino a tutto il 2023

Roma, 27 settembre 2021 – Lo smobilizzo dell’enorme mole di risparmi accumulati durante il periodo del lockdown non ha interessato solo i consumi, ma si è riversato anche sul mercato immobiliare, determinando, dopo anni di stallo, una ripresa degli investimenti in edilizia residenziale che nell’estate del 2020 hanno messo a segno un +42%, determinando un aumento dei prezzi delle nuove abitazioni del 6,4% a inizio 2021 rispetto allo stesso periodo del 2015 (e ai massimi dal 2012).Una salita costante visibile fino al secondo trimestre del 2021 -e destinata, prevedibilmente, a perdurare fino alla fine del 2023- verosimilmente frutto di soli fattori temporanei, tra i quali giocano un ruolo chiave gli incentivi statali, che non dovrebbero dare luogo ad una crescita di prezzi duratura o a squilibri nel settore immobiliare.

È quanto emerge dal report “L’accumulo dei risparmi da lockdown e il loro utilizzo: il ruolo del settore residenziale”, realizzato nell’ambito del progetto di ricerca Monitor Fase 3, frutto della collaborazione tra Area Studi Legacoop e Prometeia per testare l’evoluzione dell’economia e dei mercati nel corso dell’epidemia Covid-19.

Il report evidenzia come nel 2020, a fronte di un crollo dei consumi del 7,9% nel primo trimestre e del 12,8% nel secondo, si sia registrata una grande mole di risparmi immobilizzati (+ 57,3% nel primo trimestre, +46,1% nel secondo) ed il conseguente smobilizzo di parte di questi risparmi nel trimestre estivo (-21,6% rispetto al trimestre precedente). Il ritorno verso i livelli pre-crisi di queste grandezze avverrà lentamente; in particolare, la propensione al risparmio, dopo il crollo iniziato nel terzo trimestre del 2020 ed un secondo rialzo segnato in corrispondenza con la variante Alfa del virus e le restrizioni conseguenti (analogo fenomeno non è invece atteso per la variante Delta, grazie alle limitate chiusure in vigore nell’estate dell’anno in corso) è previsto che torni ai livelli pre-crisi non prima della seconda metà del 2024.

“Dopo lo shock della Pandemia, occorre misurare i danni che questa terribile crisi ha inferto, ma pure i punti di forza su cui far leva per ripartire” -commenta Mauro Lusetti, presidente di Legacoop- Questa crisi ha colpito in modo davvero asimmetrico e imprevedibile. Aree geografiche, dimensioni di impresa, comparti produttivi, i suoi risultati sono un mosaico che compone da un lato impatti devastanti, fratture sociali e aggravate diseguaglianze; e, dall’altro lato, aree che, addirittura, hanno consolidato alcuni aspetti della propria condizione. Senza perdere di vista l’insieme, ovviamente, questo report ci conferma che l’anno trascorso ha costituito per alcuni segmenti sociali una forzata occasione di risparmio, e che questo risparmio si sta tramutando in investimenti consistenti, favoriti da interventi statali. Il PNRR deve tenere conto di questi elementi e inserirli in un disegno complessivo per favorire uno sviluppo equilibrato e riequilibratore. Gli accordi dell’aprile 2020 sono un insegnamento: il Paese riparte con la solidarietà e la pace sociale”.

Come già detto, lo smobilizzo del risparmio accumulato ha interessato in modo evidente il settore dell’edilizia residenziale, che ha registrato un incremento degli investimenti del 42% nell’estate del 2020 (passati dai 12,6 miliardi del primo trimestre agli oltre 18 del terzo). Dopo anni nei quali il contributo della componente investimenti immobiliari sulla ricchezza netta delle famiglie viaggiava in territorio negativo, l’estate del 2020 segna il punto di inversione della tendenza (+0,28%). Dopo uno stop nel 2021, a causa dell’inflazione al consumo (1,7%) che erode il valore della ricchezza, si prevede una crescita costante fino al 2024 (+0,47%).

Il rinnovato interesse per gli immobili residenziali riflette lo spostamento di preferenze delle famiglie verso abitazioni più grandi e/o con spazi esterni ed è stato fortemente stimolato dall’insieme degli incentivi statali a investire in asset immobiliari, sia per mezzo di ristrutturazioni (Superbonus 110% per interventi di efficientamento energetico, valido fino alla fine del 2022) sia tramite l’acquisto di immobili (Mutuo Giovani under 36).

Questo rinnovato interesse delle famiglie per il settore abitativo contribuirà alla ripresa dell’economia e al suo consolidamento dopo la pesante crisi pandemica del 2020. Questo si rifletterà in un incremento di quasi 1punto percentuale della quota di investimenti residenziali in percentuale del PIL tra il 2019 e il 2024.

 

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