Roma, 29 luglio 2021 – Un primo semestre nel segno della ripresa, che si coglie in particolare nei settori manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi, e nelle imprese di maggiori dimensioni; aspettative positive per la seconda parte dell’anno, sia per l’economia nel suo complesso sia per i propri settori di attività, che si traducono anche in un rafforzamento della propensione ad investire per oltre un terzo delle imprese.
È questa, in sintesi, la tendenza evidenziata dalle imprese cooperative aderenti a Legacoop come emerge dai risultati dell’indagine congiunturale effettuata dall’Area Studi sulle associate.
Nel primo semestre 2021, il 25% delle imprese ha riscontrato un aumento della domanda rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una tendenza che si rafforza nel confronto con il secondo semestre del 2020, con il 32% del campione che ha registrato un aumento (mentre il 21% evidenzia un calo), con incrementi superiori rispetto alla media per le cooperative industriali (52,6%), delle costruzioni (53,8%) e dei servizi (38,5%). Vengono invece confermate le difficoltà delle cooperative dei settori attinenti alle attività culturali, turistiche e dell’entertainment, che più di altre hanno subito gli effetti delle prolungate chiusure. A livello dimensionale, le cooperative più grandi hanno visto crescere la domanda in misura più elevata (il 44% del campione). In miglioramento, rispetto alla precedente rilevazione, anche il dato relativo alla domanda estera, anche se rimane ancora più elevata la quota di imprese che ha registrato un calo (35%) rispetto alle cooperative che l’hanno vista aumentare (19%). Inoltre, il 39% sottolinea che l’export è condizionato da fattori negativi, in primis la Brexit e il Covid.
Sul fronte dell’occupazione, la prevalenza delle cooperative (66%) ha mantenuto stabili i livelli occupazionali; tuttavia, in controtendenza rispetto alla rilevazione precedente, è più elevata la quota di imprese che ha registrato un aumento dell’occupazione (19%) rispetto a quelle che l’hanno diminuita (15%). L’aumento dell’occupazione ha coinvolto maggiormente le cooperative del centro (21,3%) e del Nord (21,1%), meno quelle del Sud (10%). A livello settoriale, in linea con quanto emerso nell’andamento della domanda, nei tre comparti dell’industria delle costruzioni, delle attività manifatturiere e dei servizi si registrano incrementi superiori rispetto al dato medio. A livello dimensionale le grandi cooperative hanno mostrato il saldo occupazionale positivo più elevato rispetto alle altre imprese. I cali occupazionali superiori rispetto al dato medio si sono registrati nelle cooperative sociali e culturali.
Tono complessivamente positivo anche per le prospettive a sei mesi. Rispetto alla rilevazione precedente, migliorano sia il sentiment dei cooperatori sull’andamento dell’economia nel suo complesso (sale al 50% la quota di chi esprime aspettative positive, mentre scende dal 40% al 15% quelle di chi prevede un ulteriore peggioramento), sia la percezione relativa all’evoluzione della domanda nei propri settori di attività. Se poco più della metà delle cooperative intervistate (54%) si attende un livello stazionario della domanda, quelle che prevedono un aumento (il 37%) sono molte di più rispetto a quelle che prevedono un calo (9%). Ad attendersi un sensibile miglioramento sono, soprattutto, le imprese delle costruzioni (53,8%), del settore cultura (47,8%) e delle attività manifatturiere (42,1%). A livello dimensionale, le grandi cooperative evidenziano un valore ben più alto di quello medio, con il 52% che esprime fiducia nella ripresa.
Significativo il dato relativo alle previsioni di investimento, che sono positive per oltre un terzo delle imprese intervistate (34%), mentre il 9% prevede un calo. Il saldo positivo delle previsioni di investimento è più elevato nelle imprese del settore consumatori-distribuzione (40%), della cooperazione sociale (39,6%) e dell’agroalimentare (34,7%). La propensione ad investire è inoltre più forte nelle grandi cooperative (52%) e nelle medie (44,4%).
“In questo anno e mezzo di crisi” – sottolinea il Presidente di Legacoop, Mauro Lusetti – “le cooperative italiane sono state in prima linea, e il paese lo sa. Hanno mantenuto servizi essenziali, sostenuto i consumi, protetto l’occupazione anche nei momenti più bui. Le nostre analisi ora ci dicono che la cooperazione rispecchia e condivide la condizione di tutto il sistema produttivo e in generale del paese. Oltre un terzo delle imprese si apprestano a investire, i due terzi guardano con ottimismo alla ripresa, ma c’è una fascia di piccole e micro imprese, nei settori più colpiti, che attendono politiche adeguate. Non possiamo e non vogliamo perderle. Per questo il PNRR deve essere inclusivo. Le PMI non sono solo una ampia quota di economia, sono la nostra società, il tessuto della comunità nazionale, la nostra arma segreta per il rilancio del paese”.
Sul fronte dell’occupazione, oltre due terzi delle cooperative censite si attende un livello stazionario, ma le previsioni di aumento (22%) sono più elevate rispetto a quelle di calo (9%) ed evidenziano valori più alti nelle imprese industriali e in quelle delle costruzioni.
Infine, uno sguardo alle prospettive a più lungo termine. Partendo da una situazione difficile, la previsione è finalmente di una ripresa. Solamente per il 2% del campione, prevalentemente micro e piccole imprese, i danni saranno permanenti. Diversamente, la maggioranza delle imprese intervistate prevede il consolidamento delle attività (38%), mentre un’altra quota rilevante (25%) si attende un periodo di stabilità.