Roma, 14 dicembre 2021 – Nel quadrimestre appena trascorso, le cooperative aderenti a Legacoop, in un quadro di stabilità della propria posizione concorrenziale sui mercati di riferimento, registrano, rispetto al quadrimestre precedente, un miglioramento complessivo per quanto riguarda sia il livello della domanda di prodotti/servizi sia l’occupazione. Per quest’ultima, anche le aspettative per i prossimi mesi sono di segno positivo, mentre meno ottimistiche appaiono quelle relative al livello della domanda, così come sulla tendenza generale dell’economia italiana, motivate anche dalla preoccupazione circa gli effetti dei prezzi crescenti delle materie prime sulla ripresa.
È questo, in sintesi, il quadro che emerge dai risultati dell’indagine congiunturale effettuata dall’Area Studi su un campione rappresentativo per valore della produzione, occupazione, settori di attività.
Negli ultimi quattro mesi, emerge una prevalenza di giudizi positivi rispetto a quelli negativi per quanto riguarda il livello della domanda di prodotti/servizi. Le cooperative che hanno registrato un aumento sono il 33% del campione (1 punto percentuale in più rispetto al quadrimestre precedente), contro il 13% che ha registrato una riduzione (in calo di 8 punti percentuali). La valutazione di stazionarietà viene espressa dal 54% delle imprese. I settori nei quali si evidenziano aumenti della domanda superiori al dato medio sono quelli delle attività culturali (48,8%), delle attività manifatturiere (44,8%) e delle costruzioni (40,9%). Tendenza opposta per le cooperative della distribuzione e dell’agroalimentare. Con riferimento alla dimensione di impresa, le micro-cooperative denunciano le difficoltà maggiori.
Sul fronte dell’occupazione, stazionaria per il 64% delle cooperative, aumentano di 6 punti percentuali rispetto al quadrimestre precedente (passando dal 19% al 25%) le cooperative che registrano un aumento del totale degli occupati (soci lavoratori, dipendenti, collaboratori), mentre calano di 4 punti percentuali (passando dal 15% all’11%) quelle che dichiarano una diminuzione. L’aumento dell’occupazione ha coinvolto maggiormente le cooperative del Nord (28%); a livello settoriale, gli incrementi superiori rispetto al dato medio si registrano, in linea con quanto emerso nell’andamento della domanda, nei comparti dell’industria delle costruzioni (40,9%), delle attività culturali (32,6%), delle attività manifatturiere (26,9%), ai quali si aggiunge la cooperazione sociale, con il 28,8% delle cooperative che evidenzia un incremento dell’occupazione. Nelle cooperative di servizi, invece, emerge un calo occupazionale superiore al dato medio (17,1% rispetto all’11%).
Il tono rimane complessivamente positivo anche nelle aspettative per i prossimi quattro mesi, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti, che il 33% delle cooperative prevede in aumento, e l’occupazione, dove le previsioni di crescita (espresse dal 21% delle cooperative, con punte del 36,4% nelle costruzioni e del 26,1% nelle cooperative sociali, rispetto al 10% che prevede una riduzione ed al 69% che la ritiene stazionaria) sono perfettamente in linea con la rilevazione precedente. Una tendenza che potrebbe però trovare un ostacolo nella difficoltà di reperire manodopera, evidenziata dal 27% delle cooperative (in crescita di 5 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente), in particolare per quanto riguarda figure professionali adeguate.
“Le nostre cooperative hanno reagito complessivamente bene alla Pandemia” -dichiara Mauro Lusetti, presidente di Legacoop- hanno preservato occupazione, continuato a fornire servizi essenziali, e atteso il momento giusto per ripartire con vigore. Dalla primavera scorsa abbiamo riscontrato un costante incremento della fiducia, e una progressiva ripresa dei settori più colpiti dalle chiusure. Finalmente, in questo quadrimestre, mentre i consumi flettono leggermente dopo la ripresa dei mesi passati, anche settori duramente colpiti come turismo e cultura, mostrano segni di ottimismo e ripresa. Attenzione, però: siamo a un sentiero stretto tra fiducia dovuta alla obiettiva ripresa delle attività, e timore per la questione sanitaria. Preoccupa anche il perdurante aumento dei prezzi delle materie prime che rischia di compromettere la ripresa. Questa situazione va gestita con politiche industriali che affrontino i nodi del momento e specialmente: disordine nelle forniture essenziali, colli di bottiglia della manodopera e, soprattutto, recupero delle piccole e microimprese, che sono la colonna vertebrale del sistema produttivo italiano. In ciò il PNRR deve avere un ruolo cruciale e inclusivo”.
Emerge invece un sentiment dei cooperatori meno ottimista, rispetto a quanto emerso nella rilevazione precedente, per quanto riguarda il livello della domanda. Se il 63% esprime una valutazione di stazionarietà, le previsioni di aumento, pur restando più elevate di quelle che stimano una riduzione (l’8%), calano però di 8 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente, passando dal 37% al 29%. Superiori al dato medio sono il settore dell’industria delle costruzioni (50% di cooperative che si aspettano un sensibile miglioramento) e la cooperazione sociale (30,1%). A livello dimensionale, le grandi cooperative sono maggiormente fiduciose nella ripresa (circa il 46%) rispetto a quelle di dimensioni inferiori. Una percezione in linea con quella evidenziata dalle aspettative sulla tendenza generale dell’economia italiana, rispetto alla quale la percentuale dei giudizi di evoluzione in positivo si colloca al 42%, in calo di 8 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente. Più ottimiste le cooperative del manifatturiero (47,8%) e le cooperative sociali (44,4%), seguite da quelle della distribuzione (42,9%); a livello dimensionale, il 55,9% delle grandi cooperative esprime aspettative positive sulla ripresa.