“Oggi siamo qui perché, come Alleanza delle Cooperative, abbiamo valutato la necessità di fare un passo in avanti per costruire una strategia coerente per l’economia sociale. Una sfida che dobbiamo raccogliere tutti, come ecosistema dell’economia italiana che ha la necessità di vedersi riconosciuto dalle istituzioni affinché ne venga supportato lo sviluppo. L’action plan europeo ha messo al centro il ruolo che l’economia sociale può avere nel favorire una società più equa”. Lo ha detto oggi il presidente di Legacoop Nazionale Simone Gamberini intervenendo all’evento di Alleanza delle cooperative, Cecop e Social economy europe “La cooperazione nell’economia sociale: un action plan italiano” che si è svolto al Tempio di Adriano a Roma. “Se penso al caso italiano – ha proseguito il presidente -, abbiamo sempre ragionato per differenze, cercando di valorizzare le rispettive distintività. Il merito del dibattito che si è aperto è invece soprattutto quello di aver definito un campo finora non sempre omogeneo di soggetti che fanno parte dell’economia sociale. Ci sono il cooperativismo, l’impresa sociale, le fondazioni e il terzo settore. Una legge quadro potrebbe consentirci di avere più omogeneità e consentire un cambio di passo rilevante per l’economia sociale”.
Secondo Gamberini, in questa fase “dobbiamo far emergere un dato: chi subisce disuguaglianze territoriali e sociali vede nell’economia sociale italiana il mondo che può offrire delle soluzioni. Per questo è importante condividere strategie di sviluppo del Paese e di superamento delle disuguaglianze. E fare una mappatura delle tante esperienze cooperative, come quelle di comunità o i Workers Buy Out, che hanno mostrato la capacità di rilanciare e sostenere le economie territoriali, anche in zone considerate a fallimento di mercato”.
“Il cooperativismo per me è sinonimo di democrazia, femminismo, sostenibilità”, lo ha detto la ministra del Lavoro spagnola Yolanda Diaz, intervenuta oggi. “Il cooperativismo è, sin dalle sue origini a Rochdale, sinonimo di speranza per avere un mondo migliore. Il movimento cooperativo ha un 1 miliardo di membri e apporta più di 100 milioni di posti di lavoro nel Mondo intero. I principi del cooperativismo sono alla base dell’azione del nostro governo”, ha concluso.
“Esiste un made in Italy dell’economia sociale che è un vanto e deve essere raccontato, restituito, spiegato. Possiamo essere un modello in Europa. L’economia sociale deve entrare in tutte le leggi e in tutti i dibattiti, ciascuno per la propria competenza”, è stato quanto dichiarato in questa occasione dal viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci.
“L’economia sociale – ha detto il sottosegretario all’Economia Lucia Albano – rappresenta anche tutti gli aspetti che in ogni impresa sono sociali, e che devono essere valutati sulla base dei criteri di sostenibilità. Il sociale diventa quindi uno strumento di valutazione delle performance delle imprese. Una valutazione che deve avere un peso anche dal punto di vista finanziario. L’obiettivo è di poter affrontare anche in Italia le richieste della Commissione UE, volte ad agevolare lo sviluppo dell’economia sociale attraverso specifiche azioni”.