Legacoop Estense, Confcooperative Terre d’Emilia e AGCI, le tre centrali cooperative riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane di Modena, hanno incontrano i candidati a sindaco per presentare il documento di proposte della cooperazione, che contiene le priorità di intervento e le richieste da sottoporre ai futuri amministratori locali. L’incontro, moderato dalla giornalista di TRC Federica Galli, si è svolto mercoledì 29 maggio nella Sala Paganelli di Palazzo Europa e ha visto intervenire i 7 candidati: Luca Negrini, Maria Grazia Modena, Claudio Tonelli, Chiara Costetti, Marco Meschiari, Daniele Giovanardi; per Massimo Mezzetti, impossibilitato per motivi di salute, è intervenuta Federica Venturelli.
A illustrare i principali punti al centro della visione della cooperazione, il presidente di Confcooperative Terre d’Emilia Matteo Caramaschi, il presidente di Legacoop Estense Paolo Barbieri e il vicepresidente di AGCI Emilia-Romagna Emanuele Monaci. “Per noi lo sviluppo sostenibile del territorio si misura su quattro livelli: economico, sociale, ambientale e istituzionale. Sfide che, per essere affrontate, necessitano di luoghi di confronto permanente tra l’amministrazione locale e le forze economiche”. Centrali i temi della rigenerazione urbana e dell’emergenza abitativa: “servono bandi mirati – proseguono i rappresentanti della cooperazione – per la rigenerazione di aree in degrado, limitando il consumo di suolo, che premino partecipazione delle comunità, edilizia sostenibile, accessibilità economica della casa. Siamo infatti in una situazione di emergenza abitativa, in cui cresce la domanda da parte della cosiddetta “fascia grigia” della popolazione che, per ragioni di reddito, fatica ad accedere sia al mercato privato sia alle liste per gli alloggi pubblici. Una risposta concreta può venire dalle cooperative di abitazione, che è necessario coinvolgere per programmare interventi adeguati”. Sul tema del lavoro, che si lega ai due concetti fondamentali di qualità e legalità, le centrali cooperative chiedono di riattivare l’Osservatorio provinciale sugli appalti, con l’impegno a superare definitivamente la logica del massimo ribasso, richiedere l’applicazione dei CCNL, valorizzare il rating di legalità. Per rispondere al bisogno crescente di figure professionali, è necessario inoltre riattivare i Centri per l’impiego, rafforzandone l’operatività nell’incrocio domanda-offerta di lavoro e nella ricollocazione e riqualificazione professionale. Procedendo con le priorità, l’Alleanza delle cooperative auspica “che la cooperazione sociale sia considerata sempre più un interlocutore strategico, da intendersi non come mero fornitore e gestore di servizi, ma come partner da coinvolgere fin dalle fasi di programmazione – e con un giusto riconoscimento delle tariffe – per dare risposte adeguate ai nuovi bisogni di welfare. Auspichiamo, inoltre, una pianificazione urbanistica che valorizzi il commercio di vicinato e incentivi le imprese della distribuzione maggiormente connesse al territorio, capaci di valorizzare le filiere corte e i produttori locali. Infine, transizione energetica e tecnologica non sono più rinviabili e vanno sostenute anche economicamente, con specifica attenzione alle Comunità Energetiche e all’Intelligenza Artificiale”.
In conclusione, un focus sull’importanza di realizzare i progetti per il superamento del gap infrastrutturale di Modena – dalla Cispadana alla bretella Campogalliano-Sassuolo, fino al miglioramento della viabilità lungo le principali direttrici cittadine – e di favorire la mobilità sostenibile delle persone, qualificando la stazione come hub intermodale e potenziando il servizio TPL. “Non è rinviabile – concludono i referenti della cooperazione – nell’ottica di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici, un piano provinciale per la messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico ed è importante, infine, ripensare il ruolo del Consorzio Attività Produttive in logica sovracomunale, per una pianificazione di area vasta degli insediamenti produttivi”.