Emergenza granchio blu: quale futuro per i pescatori del delta del Po?

I Sindaci di Goro e Comacchio, i Presidenti dei consorzi e i rappresentanti dell’Alleanza delle cooperative italiane, ospitati dal Vicepresidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, hanno presentato l’Assemblea pubblica convocata per il 30 novembre a Porto Tolle.

Dallo scorso maggio l’invasione massiccia del granchio blu ha stravolto l’intero comparto della molluschicoltura nell’area Delta del Po, costituendo una vera e propria emergenza ambientale. Si è tempestivamente cercato di contenere il fenomeno avviando la raccolta e implementando, con modalità diverse tra Emilia-Romagna e Veneto, un sistema di smaltimento collettivo. “Le testimonianze fornite dagli acquacoltori documentano come tale specie abbia distrutto la quasi totalità del seme di vongola verace disponibile in natura e immesso negli impianti, non solo distruggendo la risorsa fondamentale per la continuazione della produzione, ma riuscendo a predare anche vongole di taglia adulta, compromettendo l’attuale produzione ma soprattutto quella futura”. Lo ha specificato il sindaco di Goro Marika Bugnoli, intervenendo insieme al sindaco di Comacchio Pierluigi Negri, ai presidenti dei consorzi cooperativi e ai rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Ferrara venerdì 24 novembre alle ore 11:30 nella sede della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna: l’occasione per presentare la costituzione del Comitato tecnico interregionale sull’emergenza Granchio blu nell’area del Delta del Po e per annunciare la convocazione di un’assemblea pubblica di tutti i pescatori, da Scardovari a Comacchio, il prossimo 30 novembre a Porto Tolle, per discutere del futuro della pesca alla luce del contesto emergenziale in corso. “Si parla – ha commentato il sindaco di Comacchio Pierluigi Negri – per la sola provincia di Ferrara, di 1.700 addetti, riuniti in 57 cooperative, che già dall’estate hanno visto ridursi drasticamente produzione e fatturato, con il rischio, nel 2024, di non essere in grado di onorare gli impegni finanziari contratti dalle imprese ma anche dalle famiglie”. 

Le istituzioni nazionali, regionali e locali si sono attivate fin dall’inizio dell’emergenza per dare le prime concrete risposte sia mediante provvedimenti autorizzativi per la raccolta del granchio, sia impegnando risorse destinate al settore. “Gli interventi non sono però sufficienti e gli aspetti di criticità di questa emergenza continuano a persistere sul comparto e sugli addetti” ha precisato Massimo Genari, presidente di ConUno, evidenziando che “senza adeguati ristori e senza l’attivazione di misure straordinarie ci saranno gravi ricadute sociali ed economiche sulle imprese e sulle famiglie e, inoltre, i pescatori non saranno più nelle condizioni di continuare a pescare i granchi, che continueranno a proliferare in modo incontrastato con gravissime conseguenze per l’ecosistema”. “L’attività di commercializzazione del granchio che le cooperative hanno avviato nei mesi scorsi – ha proseguito Francesco Farinelli del Consorzio Tre Ponti – non è minimamente sufficiente a compensare la perdita di fatturato data dal calo drastico delle vongole; il prezzo di vendita è troppo basso e i costi di lavorazione troppo alti”. 

“La gestione dell’emergenza deve proseguire il più possibile in maniera coordinata e presidiata – ha affermato Massimo Bellavista, responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare e pesca – tenendo al centro l’obiettivo principale della salvaguardia della produzione ed il ripristino della produttività a medio e lungo termine. Per questo motivo il 16 novembre scorso, presso il Consorzio Pescatori di Goro, si sono riuniti i rappresentanti delle principali associazioni di categoria, gli amministratori dei Comuni di Goro, Comacchio e Porto Tolle e i Presidenti delle Cooperative e dei Consorzi delle marinerie del territorio del Delta del Po e hanno deciso di attivare un Comitato Tecnico Interregionale per organizzare in maniera unitaria le diverse istanze e le criticità che ormai da cinque lunghi mesi interessano in particolare questi territori”.

Il neocostituito Comitato, dopo aver analizzato la situazione, drammatica, delle cooperative del settore, ha identificato le prime quattro tematiche prioritarie da perseguire nel brevissimo termine

  1. Banche, sospensione spese mutui e contributi previdenziali: durante i diversi incontri (presso il MASAF, il Distretto Alto Adriatico ma anche in diversi incontri con le istituzioni regionali) è emersa la necessità di intervenire su accesso al credito e sospensione delle rate dei mutui accesi dalle cooperative e dai consorzi, dalle singole imprese e dai lavoratori del comparto. 
  2. Cassa integrazione per lavoratori del comparto e titolari di partite Iva: gli addetti delle cooperative di allevamento molluschi sono tutti singoli imprenditori e come tali non hanno accesso agli ammortizzatori sociali. Occorre pensare fin da subito a strumenti alternativi che possano consentire, a tutti coloro che si trovano senza reddito, di poter far fronte alle necessità quotidiane.
  3. Piano di gestione della specie: ad oggi non risulta l’esistenza di un piano nazionale di gestione del granchio blu che fornisca precise indicazioni sui meccanismi di raccolta, gestione e smaltimento, nonostante agli incontri convocati dal MASAF si sia accennato al tema unitamente agli istituti scientifici e le università. Tale strumento è ritenuto molto utile per fornire un quadro puntuale contestualmente ad un monitoraggio costante del problema.
  4. Smaltimento: a partire dal primo provvedimento amministrativo locale emanato dal sindaco di Goro, una serie di atti regionali e ministeriali hanno derogato la disciplina delle licenze, consentendo di raccogliere il granchio, a tutti i titolari di concessione. Questa attività è proseguita fino ad oggi, totalmente a carico degli acquacoltori che, in assenza di ristori, si vedono costretti ad interrompere la raccolta, con un grave danno non solo per l’allevamento delle vongole, ma anche per il comparto turistico e per l’ecosistema.

“Le priorità che abbiamo individuato come Comitato interregionale – afferma Ruggero Villani, Direttore di Confcooperative Ferrara – necessitano di azioni congiunte e di collaborazione a tutti i livelli, dalle istituzioni locali al Governo passando per la Regione, e auspichiamo che lo strumento del Comitato possa estendersi ed ampliarsi con la partecipazione di rappresentanti istituzionali della Regione e del Ministero. Per questo motivo si è deciso di convocare un’Assemblea pubblica, aperta a tutti, pescatori, cittadini, istituzioni, per il 30 aprile alle ore 14 a Porto Tolle. Sarà quello il contesto in cui avanzare proposte e richieste e richiamare l’attenzione sulla situazione drammatica che queste comunità stanno vivendo”.

In conclusione, il vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna Paolo Govoni ha specificato come “la collaborazione istituzionale sia fondamentale per affrontare questa emergenza, che è una battaglia che deve riguardare tutto il Paese, non solo il nostro territorio. Il distretto dell’acquacoltura della nostra provincia è un’eccellenza a livello europeo: nell’immediato servono lo stato di emergenza e risorse in tempi brevi per dare risposte concrete”.

L’Assemblea pubblica è stata convocata dai Consorzi e dalle cooperative, in collaborazione con i Comuni di Porto Tolle, Goro e Comacchio e con le Associazioni dell’Alleanza delle cooperative italiane.

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