Emilia-Romagna: l’analisi di Unioncamere

Mentre siamo ancora alle prese con fenomeni meteorologici inaspettati e di grande intensità, sempre più imprese – direttamente colpite dall’alluvione e dalle altre calamità, ma anche quelle “graziate”, poiché l’economia è totalmente interconnessa – si stanno chiudendo quale impatto avrà quel che ci è capitato sul 2023 e sul 2024. Ha provato a rispondere al quesito Unioncamere Emilia-Romagna, grazie ad una analisi del suo direttore del Centro studi e vice-segretario generale, Guido Caselli, responsabile del centro studi Unioncamere. 

In premessa Caselli fa notare come nel 2022 l’Emilia-Romagna si sia confermata la prima regione italiana per crescita: rispetto al 2021 il valore aggiunto regionale ha registrato un aumento del 4,6 per cento, superiore al 3,9 per cento nazionale. Nello stesso periodo anche la Romagna – il cui valore aggiunto vale il 2 per cento di quello nazionale e il 22 per cento di quello regionale – è cresciuta del 4,6 per cento, indice di un’economia in espansione in tutte le sue componenti, ma trainata dalle costruzioni e dal terziario. 

Altro dato significativo riguarda l’export: nel 2022 le 7202 imprese romagnole che commercializzano al di fuori del nostro Paese, hanno segnato un +19% del proprio fatturato estero, determinando un aumento del valore aggiunto di tale ambito, rispetto al 2021, pari a +6,4% (quasi il doppio rispetto allo stesso dato dell’Emilia-Romagna, pari al 3,3%). 

Partendo da questa base, le previsioni elaborate da Prometeia per conto di Unioncamere E-R per il 2023 e per il 2024, tengono conto dell’impatto dell’alluvione (che incide negativamente per i danni rilevati sul territorio, ma anche con segno positivo legato a tutte le attività legate alla ricostruzione). 

Delle 18.500 attività danneggiate dall’alluvione – 9.500 unità locali extragricole, con valore dei danni diretti pari a circa 925 milioni di euro e 9.000 aziende agricole, con valore dei danni diretti pari a circa 913 milioni di euro di danni – la parte preponderante si concentra in Romagna, e, più in specifico, a Cesena, Ravenna e Forlì.

Cosa accadrà, quindi, a causa dei quasi 2 miliardi di danni subiti da un numero così rilevante di imprese? 

Il settore che pagherà le maggiori conseguenze (in molti casi, non solo nel 2023/2024) è quello agricolo, che registrerà nel 2023 una diminuzione del valore aggiunto pari a 5,3% (+ 4% a causa dell’alluvione), superiore del 2% rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (-3,3%). Segno negativo anche per l’industria, con un dato negativo post alluvione pari al – 3,5%, che (senza tale impatto) avrebbe comunque segnato un segno meno pari al 2%.

Positivo, invece, il dato riguardante le costruzioni, per le quali si prevede un dato positivo (anche a seguito delle attività di ricostruzione), pari al +5,5% (superiore del 2% rispetto a quello previsto in situazione normale, senza l’impatto del maltempo) e i servizi, con una performance positiva pari al +2% (con un dato migliorativo dello 0,1% rispetto ad una situazione senza alluvione).

Sommando variazioni negative e variazioni positive, il valore aggiunto della Romagna dovrebbe registrare un calo di circa 109 milioni di euro, incidendo in maniera rilevante nella previsione di calo del valore aggiunto dell’Emilia-Romagna, che si prevede per il 2023 pari a 167 milioni.  

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