In tema di etichettatura nutrizionale e di origine l’Italia boccia il documento licenziato durante il consiglio Agrifish, che si è tenuto nelle giornate del 15 e 16 dicembre a Bruxelles. “No ad un testo di conclusioni del Consiglio che non riflette la nostra visione ed è frutto di un approccio non neutrale”, ha commentato il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova, “se ci si dota di uno schema UE armonizzato, non si può permettere che sussistano schemi nazionali creati a partire da presupposti diversi”. Il ministro ha inoltre criticato il testo di conclusioni, considerato da lei semplicistico, “mentre in questo campo”, ha proseguito, “non esistono soluzioni facili: quest’approccio va radicalmente rivisto se veramente abbiamo a cuore una informazione corretta a garanzia della salute dei consumatori e di stili di vita sani”. “Li dobbiamo conquistare”, ha sottolineato Bellanova, “spiegando in modo trasparente che cosa una singola porzione di prodotto apporta alle loro esigenze e prevedendo campagne educative che insistano su varietà, moderazione, giusta combinazione degli alimenti, frequenza raccomandata di consumo, modalità di cottura.”
Delusione anche per lo scetticismo, da parte della Commissione, di includere nel testo l’articolo l’articolo 35 del Regolamento 1169, norma che l’Italia ha attuato con la realizzazione dello schema Nutrinform Battery. “Una decisione che”, ha commentato la Bellanova, “viene volutamente messa da parte, senza che vi siano prove della sua inefficacia, per un interesse che non è né dei consumatori né del mondo agricolo”. La rappresentanza italiana si è infatti unita a quella di Grecia e Repubblica Ceca nel voto contrario al testo, proponendo di mettere a verbale una dichiarazione congiunta per la realizzazione di un futuro schema armonizzato europeo di etichettatura nutrizionale fronte pacco che, sempre il ministro, “includa volontarietà, carattere informativo e non prescrittivo, esclusione delle Dop e Igp”. “Il Consiglio di ottobre”, ha detto Bellanova, “si è già espresso sulla Strategia Farm to Fork e i due anni che ci separano dalle proposte legislative della Commissione offriranno altre occasioni per approfondire ulteriormente il dibattito tra Stati membri”. Sull’etichettatura di origine, il ministro ha dichiarato che “non si è dimostrato alcun impatto negativo delle etichettature obbligatorie già esistenti”, giudicando “tendenziosa l’attenzione al presunto impatto sul mercato comune dell’estensione dell’obbligo.” “Non condividiamo inoltre la priorità per prodotti come latte e carne, l’Italia chiede l’indicazione obbligatoria dell’origine di tutti i prodotti alimentari, a partire certamente da quelli per noi prioritari, come pasta, riso e derivati del pomodoro e ovviamente anche latte e carne”, ha dichiarato Bellanova in conclusione.
Il Mipaaf ha fatto presente infine che, non avendo raccolto il consenso unanime, il testo rappresenta solo il punto di vista della Germania e non ha quindi valore di orientamento per la Commissione Europea in vista delle future proposte legislative.