Fase 3: SWG-Legacoop, l’accordo sul Recovery Fund fa crescere di 13 punti la fiducia degli italiani nell’Europa; giudizio severo su misure del governo per la scuola

Roma, 28 luglio 2020 – L’accordo sul Recovery Fund ha fatto crescere la fiducia degli italiani nell’Europa, ma non ha mutato il loro giudizio di insufficienza sull’operato del governo, con una valutazione particolarmente netta per quanto riguarda le misure per la scuola, bocciate dalla maggioranza.

Questi dati emergono dalle risposte ad un sondaggio condotto, alla fine della scorsa settimana, nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra SWG e Area Studi Legacoop per testare opinioni e percezioni della popolazione di fronte ai problemi determinati dall’epidemia.

L’accordo sul Next Generation EU ha prodotto un evidente recupero di fiducia dei cittadini italiani nei confronti dell’Europa: crescono, infatti, di 13 punti percentuali rispetto ad aprile sia quella complessiva nell’Unione Europea, che passa dal 27% al 40%, sia quella nella Commissione europea, che passa dal 24% al 37%.

Un effetto che, invece, non si evidenzia relativamente all’operato del governo italiano. La percentuale dei giudizi positivi sull’efficacia dell’operato del governo è sì nettamente superiore rispetto a quella registrata all’inizio del lockdown (30%), ma inferiore di 8 punti rispetto a quella testata in corrispondenza della fine della chiusura forzata delle attività (54%) e superiore di un solo punto rispetto a quella della settimana precedente l’accordo (45%).

Severo il giudizio sulle misure adottate per la scuola, sulle quali è stato chiesto agli intervistati di esprimere una valutazione attraverso un voto da 1 (completamente negativo) a 10 (completamente positivo). Il 53% ha espresso voti da 1 a 5, mentre i voti positivi sono stati assegnati dal 36% (con picchi del 42% nel ceto medio-alto e del 38% nella classe di età 18-34). Il voto medio che risulta da tutti quelli espressi è 4,6.

“Precipitati all’improvviso tra un’emergenza sanitaria e una economica, nei mesi scorsi la questione “scuola” è stata molto dibattuta, ma nella realtà è finita in secondo piano nella gestione della crisi” – afferma Mauro Lusetti, Presidente di Legacoop – “tuttavia, la sospensione delle lezioni per un tempo così lungo ha avuto un impatto profondo nelle comunità. Stress nelle famiglie per le lezioni a distanza, fatica e conseguenze in particolare sul lavoro femminile e, soprattutto, isolamento sociale delle bambine e dei bambini, e in generale degli studenti italiani: tutto ciò emerge con evidenza nelle nostre indagini. Ed è un monito: il Paese non riparte se non riaprono le scuole, l’Italia si svilupperà se riusciremo finalmente a investire le risorse attese dall’Europa in istruzione, formazione e ricerca”.

E chiara è infatti l’indicazione circa l’esigenza di far tornare in classe gli studenti. Il 73% degli intervistati si è infatti dichiarato d’accordo con l’ipotesi di avviare il nuovo anno scolastico solo con la didattica in presenza, mettendo le strutture in sicurezza anche nell’ipotesi di una nuova ondata pandemica; mentre il 16% ha espresso consenso all’ipotesi di tenere le scuole chiuse a scopo precauzionale fino a quando non vi sia la certezza della fine della pandemia. L’11% non si è espresso. A chi si è dichiarato favorevole alla riapertura delle scuole è stato poi chiesto di indicare (con 2 risposte possibili) le ragioni per le quali è importante tenere aperte le scuole e svolgere le lezioni in presenza. Il 78% ha indicato il benessere sociale degli studenti, il 64% una migliore formazione e apprendimento, il 20% la necessità di evitare disagi ai genitori.

 

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