Lo sfondo è rimasto lo stesso degli anni passati, quella città plurimillenaria che è possibile scoprire attraverso le epoche che l’hanno attraversata: Narni. Il festival invece è ormai arrivato alla nona edizione, ed ogni anno cambia le carte in gioco, si interroga sempre su problemi diversi andando a ricercare l’attualità dei problemi della nostra società.
Si tratta del Festival della Sociologia che anche quest’anno, dal 6 all’8 ottobre, ha ospitato nella città in provincia di Terni oltre 200 relatori e più di 60 panel distribuiti in varie location: dal teatro main stage, per passare al cinema, al San Domenico, alla Casa del Popolo e alla A. S. P. Beata Lucia. Si tratta di un evento che negli ultimi anni ha cambiato il passo e dal mondo accademico si è aperto alla società civile, che ha visto come ospiti non solo sociologi e sociologhe, ma anche altre importanti figure come giornalisti, artisti, musicisti, scrittori e critici cinematografici che hanno mostrato di avere a cuore, nella loro quotidianità, la lotta alle ingiustizie.
L’insieme del programma creativo ha coinvolto una rete di quasi 30 partner tra cui la Regione Umbria, il Comune di Narni, l’Università degli Studi di Perugia – Dipartimento FISSUF, l’AIS – Associazione Italiana di Sociologia, Legacoop Umbria, Cespis, Associazione Achille Ardigò, Generali Italia e Confapi Terni. Un viaggio, questo della tre giorni, attraverso disuguaglianze sociali, socio economiche, territoriali, al centro dell’etica collettiva, per mettere in discussione tutte quelle abitudini mentali e culturali che nelle persone, nelle istituzioni e nella politica generano conflitti, violenze, razzismi, oppressioni, guerre, ma anche le ingiustizie dei detenuti che nelle carceri italiane subiscono ogni giorno.
La Sociologia cerca di far luce sulle dinamiche ingiuste, discutendone, raccontandole ed analizzandole. Nel corso del panel “Disuguaglianze e futuro” il presidente di Legacoop Nazionale Simone Gamberini, in un dialogo insieme a Francesco Antonelli dell’AIS (Associazione italiana di sociologia) e Maria Cristina Marchetti, dell’Università Sapienza di Roma, ha evidenziato come la forma di impresa cooperativa può agevolare il superamento delle disuguaglianze in campo economico. “Questo modello – ha spiegato Gamberini – avendo una proprietà diffusa e ridistribuendo gli utili ha l’obiettivo di includere perché mette al centro le persone, e non il profitto”.
Ma la vera anima del Festival della Sociologia è rappresentata dai ragazzi dello staff studentesco che, con impegno e passione, supportano la macchina organizzativa dell’evento. Senza di loro la manifestazione non sarebbe possibile, un impegno cooperativo tra l’Amministrazione Comunale, l’Università e propri studenti.