L’Italia ha fatto passi avanti nel digitale ma resta indietro nelle competenze specifiche, come continua a rilevare il Desi, l’indice che misura il livello di digitalizzazione dei Paesi europei. Questo crea numerosi problemi a partire dal settore ICT, poiché le aziende non trovano le risorse e le professionalità di cui hanno bisogno.
Come farà l’Italia a colmare questo gap? Ne hanno parlato, nel corso dell’ultima live Lab di Io Riparto 2023 andata in onda il 12 luglio, sostenuta da Fondazione PICO, anche alcuni e alcune rappresentanti del mondo cooperativo, tra cui:
• Annamaria Ricci, presidente di 4FORM – Ente di formazione nazionale di Legacoop – che ha portato il focus sulle competenze digitali delle imprese cooperative, a fronte della propria esperienza con circa 900 tra cooperatrici e cooperatori.
“Quando noi parliamo di competenze digitali nell’innovazione c’è un focus su come far sì che le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori restino il più possibile efficaci nei propri comportamenti lavorativi. C’è un’attenzione molto forte a tutte quelle strategie in grado di mettere al centro la persona, la sua crescita e il suo sviluppo”.
• Paola Melian, presidente di Ziguele, cooperativa che usa la tecnologia per creare “classi in fondo al mare”: un subacqueo trasmette in diretta dai fondali marini video e audio per educare i più giovani alla salvaguardia dei mari e dell’ambiente.
“È un progetto creato da biologi, istruttori subacquei e docenti di scuole primarie e secondarie. L’idea è di usare l’innovazione e la tecnologia per affrontare dei concetti fondamentali quali la salvaguardia dell’ecosistema marino e la protezione del patrimonio culturale e ambientale del territorio, in particolare della Liguria e dell’area marina protetta di Portofino”.
• Stefania Guccione, presidente di Thomas More, una scuola paritaria e una cooperativa che ospita un progetto di Servizio Civile Digitale, finanziato dal PNRR.
“I volontari del servizio civile sono attivi in una scuola di 500 studenti per favorire la digitalizzazione. Abbiamo riscontrato che se è vero che i ragazzi sono dei “nativi digitali”, sono anche mediamente degli “ignoranti digitali” perché utilizzatori ma non conoscitori; quindi l’intervento di servizio civile digitale ha fatto in modo che la partecipazione alla rete fosse consapevole”.
“I ragazzi e bambini sanno un sacco di cose rispetto al contenuto della rete, ma non sanno trovare una fonte o come funziona uno strumento; non sanno utilizzarlo al di fuori dei social del loro target, come “tiktok”.
• Alberto Ostini, co-founder di Alchemilla Lab, cooperativa che ha sviluppato processi di innovazione pedagogica e digitale per i cittadini più piccoli: i bambini.
“Abbiamo costruito un digitale su misura dei più piccoli: non è compulsivo, non è competitivo, va fruito in maniera collaborativa all’interno della classe e crea una nuova sinergia tra educatori e bambini. Il nostro progetto di punta – Artoo, l’arte raccontata dai e non ai bambini – sviluppa un ambiente in cui i bambini possano esprimersi e sentirsi legittimati a dire la propria opinione: per noi significa riconoscere la piena cittadinanza anche dei più piccoli e il loro valore nel creare contenuti culturali”.
La notizia sul sito della Fondazione.